domenica 15 dicembre 2013

RITRATTI: Lorenzo Il Magnifico


Il personaggio che ho scelto di descrivere è Lorenzo De' Medici, detto il Magnifico. Questa decisione è scaturita da una riflessione sul mecenatismo che ebbe grande importanza per lo sviluppo del Rinascimento italiano.
Il De' Medici fu il mecenate per eccellenza e grazie a lui Firenze visse uno splendore artistico e culturale il cui riflesso è visibile ancora ai giorni nostri.
Il futuro "Signore di Firenze" nacque nel 1449, da Pietro il Gottone e Lucrezia Tornabuoni. Ebbe come maestri i maggiori umanisti dell’epoca e, ancora molto giovane, partecipò alla vita politica affinando le sue doti diplomatiche come ambasciatore. Nel 1469 sposò Clarice Orsini, matrimonio che, secondo gli usi dell’epoca, servì a rafforzare il prestigio della famiglia.
Nonostante la sua politica accentratrice, riuscì sempre a conservare il favore del popolo, al quale concesse un livello di benessere e divertimento mai raggiunto prima.
La congiura dei Pazzi (1478) segnò il netto rafforzamento della signoria che portò Lorenzo, rimasto ormai solo a capo della sua città, alla scomunica papale.
SistoIV, alleato con Ferdinando I D’Aragona, re di Napoli, e con la Repubblica di Siena, mosse guerra a Firenze alleata con Venezia e Milano.
Il Magnifico si recò personalmente a Napoli e grazie alla consueta abilità diplomatica modificò a suo vantaggio le alleanze.
Da questo momento, per mezzo della sua politica, ci sarà equilibrio tra i vari Stati Italiani, tanto che Lorenzo sarà definito dal Machiavelli “l’ago della bilancia” proprio per questa sua capacità di soffocare i continui conflitti tra i vari Stati della penisola italiana.
Questo equilibrio si spezzò alla sua morte che avvenne nel 1492.
Oltre che abile uomo politico, Lorenzo De Medici va ricordato per la sua vasta opera letteraria. La familiarità con i più famosi umanisti, tra i quali Bembo, Pulci e Poliziano, aveva arricchito la sua personalità.
L’amore per l’arte e la cultura gli valsero l’appellativo di Magnifico proprio per aver abbellito e fatto fiorire Firenze.
Tra i maggiori artisti accolti nella sua città ricordiamo: Botticelli, Michelangelo, Verrocchio, Perugino e naturalmente Leonardo da Vinci. (G.D., 2aM)

Ciao Nelson

Perché neri e bianchi non possono convivere nello stesso paese, ma i neri devono sempre essere trattati come una razza inferiore?
Questa è una delle domande che si poneva Nelson Mandela, un uomo che aveva passato ventisette anni  della sua vita in carcere per difendere il suo paese e i diritti dei neri.
Mandela nacque il 18 luglio del 1918 a Mvez, un villaggio nel sud est, da una famiglia di sangue reale di etnia Xhosa.
Fugge da un matrimonio combinato per amore del suo ideale di libertà e si trasferisce a Johannersburg,   si  iscrive a Legge e si  avvicina alla politica unendosi all’African National Congress (ANC) per contrastare i diritti negati ai neri nel Sud Africa.
Nel 1948 la vittoria del razzista  Fronte nazionale pro-apartheid nelle elezioni lo fa rimanere ancora  più fermo sulle sue posizioni di resistenza alla segregazione razziale,  nel 1952 aprì il primo studio legale gestito da neri in Sudafrica insieme a Oliver Tambo.
Accusato di tradimento nel 1956, venne assolto in massa con gli altri 150 nel 1961.
Nel 1962 venne arrestato per incitazione allo sciopero ed espatrio illegale, fu anche l’anno della vittoria del Premio Lenin per la pace.
Fondò il braccio armato dell’ANC e nel 1964 venne accusato di sabotaggio, condannato ai lavori forzati a vita, per aver progettato piani di guerriglia. 
« Unitevi! Mobilitatevi! Lottate! Tra l'incudine delle azioni di massa e il martello della lotta armata dobbiamo annientare l'apartheid! »

Nel 1985 rifiutò la libertà condizionata per non scendere a compromessi e nel 1990 venne scarcerato.

Nel 1988 con un concerto allo stadio di Wembley,  72mila persone ne chiesero la scarcerazione, fu anche l’anno in cui vinse Premio Sakharov per la libertà di pensiero

Nel 1993 vinse il Premio Nobel per la Pace e dal  1994 al 1999 fu presidente del Sud Africa.

La sua ultima apparizione risale ai mondiali di calcio del 2010.

Nelson Mandela e stato un esempio di vita che ci ha insegnato valori come la libertà, la non violenza e il ripudio del razzismo in qualsiasi forma e lascia in eredità la democrazia al suo popolo.
GRAZIE (S.S., 2aM)


FUORI DALLA PORTA. "Le incredibili macchine di Leonardo" al Museo di sant'Agostino di Genova

Iniziamo una nuova rubrica, Fuori dalla porta dedicata ai viaggi e alle uscite didattiche dell'IC Rivarolo. Eccovi un reportage relativo alla visita della mostra leonardesca in Sant'Agostino. Buona lettura.


Il 3 dicembre 2013 la classe 2aM dell’Istituto Comprensivo di Rivarolo si è recata presso il complesso museale di Sant’Agostino di Genova per visitare la mostra dedicata al genio incontrastato di tutti i tempi: Leonardo da Vinci.
La mostra - intitolata Le incredibili macchine di Leonardo - tratta quattro argomenti diversi: la meccanica, l’acqua, la guerra, il volo e in più vi era la camera degli specchi.
L’invenzione che maggiormente colpisce nella sezione della meccanica è l’ingranaggio elicoidale. Attraverso l’utilizzo di una manovella che fa ruotare una “vite senza fine”, attaccata a una ruota dentata, che a sua volta gira, si riesce a sollevare un peso. Nella parte dedicata all’acqua, i visitatori rimangono impressionati dalla vite di Archimede. Questo strumento rendeva possibile lo spostamento dell’acqua da una bacinella posta in basso per salire verso una più in alto, tutto per mezzo di una manovella attaccata ad un tubicino.
Tra le macchine da guerra la più originale è il carro falciante costituito da un veicolo trainato da cavalli con falci ruotanti. Grazie all’ingranaggio a lanterna posto al suo interno, il movimento delle ruote fa girare le falci che, colpendo i nemici, li uccidevano brutalmente.
Infine nella sezione dedicata al volo, abbiamo visto uno strano paracadute a forma piramidale: esso non fu mai usato per i grandi rischi a cui si andava incontro.
Nell'ultima parte, ci siamo imbattuti nella camera degli specchi: consiste in una stanza in cui vi sono posizionati numerosi specchi che permettono un rimbalzo di immagini tanto che ogni oggetto rappresentato pare moltiplicato in maniera infinita.
Questa mostra dedicata a Leonardo da Vinci è molto bella perché il "genio" ha saputo ideare macchine che hanno segnato la storia dell’uomo, per questo verrà ricordato da tutte le generazioni.
La mostrerà rimarrà aperta fino al 6 gennaio 2014. Per ogni informazione su contenuti e orari, cliccare qui.
(Gi.Ac., 2aM)

giovedì 28 novembre 2013

PENSATOIO: Una riflessione sul Giorno del Ringraziamento

Oggi si festeggia il Thanksgiving Day; una festa di origine cristiana, che negli Stati Uniti viene celebrata il quarto giovedì di novembre, come segno di gratitudine per la fine della stagione del raccolto. La tradizione vuole che nell’anno 1621 il governatore della colonia fondata dai Padri Pellegrini a Plymouth (Massachusetts) ordinò un giorno di festa affinché tutta la comunità si radunasse per ringraziare Dio del raccolto e di tutti i doni concessi. La storia ci riporta al viaggio della nave Mayflower con la quale i Padri Pellegrini, perseguitati in patria, lasciarono l'Inghilterra per dirigersi in America del Nord. Dopo un duro viaggio attraverso l'Oceano Atlantico arrivarono quando ormai l'inverno era alle porte, trovandosi di fronte ad un territorio selvatico e inospitale, abitato da nativi americani. I Pellegrini avevano con sé alcuni semi di vari prodotti che coltivavano in patria, ma, nonostante la semina, vuoi per la natura del terreno, vuoi per il clima, non produssero i frutti necessari al sostentamento della popolazione. Quasi la metà di loro non sopravvisse al rigido inverno. Per fortuna dei Padri Pellegrini, coloro che venivano considerati i “selvaggi” (nativi americani) dimostrarono una civiltà che i loro “invasori” in futuro non ricambiarono: indicarono ai nuovi arrivati quali prodotti coltivare (granoturco) e quali animali allevare (tacchini). Dopo il duro lavoro degli inizi, il raccolto fu prospero ed i Pellegrini indissero un giorno di ringraziamento a Dio per l'abbondanza ricevuta. La tradizione vuole che i coloni invitarono alla festa anche gli indigeni, ai quali dovevano molto. Nel menù di quel primo Ringraziamento americano ci furono pietanze che divennero tradizione per le feste - in particolare il tacchino e la zucca - insieme ad altre carni bianche, carne di cervo, ostriche, molluschi, pesci, torte di cereali, frutta secca e noccioline. Si ipotizza che proprio i nativi americani portarono al banchetto le numerose carni che, grazie all’abbondante riserva di proteine, aiutarono i coloni a sostenere il rigido inverno. In America questa festa è ancora molto sentita. Solitamente ci si riunisce, offrendo anche ai vicini di casa qualcosa da mangiare, una torta, dei dolci, e altro. Il Presidente degli Stati Uniti trascorre questo giorno con i soldati. È buona abitudine anche invitare i “meno fortunati” offrendo loro un abbondante pasto. Tutto ciò è molto bello, ma mi chiedo come sia possibile ricordarsi solamente in un determinato giorno dell’anno di chi vive in ristrettezze la sua quotidianità. Sarebbe molto più bello (ripetizione voluta) avere una coscienza sociale che ti sproni a condividere ciò che spesso hai in abbondanza ed eccedenza con gli altri. Altra riflessione la merita la condizione dei Nativi Americani. Dopo quel primo giorno, e forse proprio per arricchire il loro banchetto, mai nessuno ha tradizionalmente invitato un appartenente a questa etnia alla propria mensa. Anzi, le tribù che hanno osato combattere per mantenere qualche diritto sono state sterminate (Sioux, Cheyenne, Comanche, Cherokee, Apache, Creek ad esempio); le poche sopravvissute, spesso perché dedite all’agricoltura e più pacifiche, sono state deportate nelle riserve quasi sempre situate in posti impervi ed inospitali. Esempi per tutti quello della tribù dei Seminole-Mikasuki segregati nelle grandi paludi delle Heverglades in Florida, o i Navajo rinchiusi nel deserto della Monument Valley. Quando sono stato in Florida, alla mia richiesta di visitare una riserva dei Nativi Americani ho ricevuto innumerevoli informazioni errate sul luogo dove recarmi, come se non fossero degni d’importanza quei popoli che tanto hanno sofferto a causa dell’arrivo dell’”uomo bianco”. La visita alla riserva dei Mikasuki è stata invece tra le più emozionanti e culturalmente arricchenti. Ho potuto parlare con un capo tribù, Ala Rossa, che mi ha portato con un overcraft a visitare i luoghi dove vivono, le loro antiche capanne ed accampamenti , ora sostituiti con piccole case o roulottes, mi ha raccontato delle loro tradizioni e mi ha anche fatto dare da mangiare ad un alligatore, animale che loro non conoscevano ma che hanno imparato ad “ammaestrare” ed a utilizzare come attrazione turistica per poter sopravvivere economicamente. Per tutto ciò proprio in questo giorno vorrei ricordarli e la mia preghiera sarebbe: “Grazie a Dio, voi eravate presenti ed avete aiutato i Padri Pellegrini” (G.D., 2aM)

giovedì 21 novembre 2013

SPECIALE SARDEGNA: Un'evitabile catastrofe

Novembre: “il mese dei morti” non solo per la ricorrenza cattolica dei defunti ,ma per il tributo di vite umane richiesto dalle recenti catastrofi metereologiche. Un ciclone devastante si è abbattuto sulla Sardegna orientale seminando morte e distruzione il bilancio, ancora provvisorio, è di 16 morti, un disperso e 1700 sfollati. Il Governo ha dichiarato lo Stato di Emergenza. Sono Olbia e Nuoro le province più colpite. Ma è solo colpa del cambiamento climatico? Riflettiamoci . Il clima sta cambiando, è vero, ma anche l’uomo fa la sua parte. È possibile che ogni volta che cada un po’ più di pioggia i fiumi esondino provocando delle vittime??? Queste catastrofi continuano a ripetersi, ma se provassimo tutti ad “aprire gli occhi” e costruire meno in collina e sugli argini dei fiumi, probabilmente si potrebbe vivere più sereni, senza il terrore della pioggia. Penso che lo Stato debba attuare leggi più ferree sulla costruzione. ridurre l’edilizia nei pressi dei fiumi e sulle colline. Non è più accettabile vittime causate da evitabili catastrofi. (M.S., 3aM)
[mappa tratta da Cronaca e Attualità]

martedì 19 novembre 2013

SPECIALE TRAGEDIA LAMPEDUSA. Lettera a Karim


                                          Genova, 08/10/13
Caro Karim,
è già passato quasi un anno dall' ultima volta che ci siamo salutati; volevo sapere come stai e se ti trovi di nuovo bene in Somalia.
Con tutte le cose che si sentono in giro, mi sono preoccupata ancora di più di quanto non fossi già, quindi mi rassicurerebbe una tua lettera.
Un fatto scioccante è quello di Lampedusa, l'isola dove sbarcasti insieme a tua mamma. Un paio di giorni fa un barcone con quasi cinquecento migranti stava per arrivare alla costa quando, dopo non esser stati soccorsi da alcuni pescherecci maltesi, l'imbarcazione ha preso fuoco. Una tragica storia, che mi ha fatto preoccupare, come già ti avevo detto prima. Il solo pensiero delle vite che scappano dall'ombra per cercare luce, ma trovano solo dolore e sofferenza, mi strazia e ancor di più mi fa star male il pensiero che io non possa farci nulla. Molti pensano di emigrare e trovare un lavoro, un posto adatto dove vivere e felicità, ma la realtà, spesso, delude: le famiglie divise, il lavoro mancante, i pregiudizi e la difficoltà nell'ambientarsi in un nuovo paese, con una nuova lingua danno un senso di vuoto, frustrazione e infelicità.
Com'è la situazione lì, in Somalia? Spero riceverai questa lettera, perché ci tengo che tu sappia che non sono insensibile agli eventi scioccanti che succedono nel mondo, anzi mi rincresce il fatto che esistono. Come ben sai, l'unico che può risolvere questo ed altri problemi è Dio, che ci ascolta e vede le nostre sofferenze. E' strano pensare che tu te ne sia andato dall'Italia per ritornare nel tuo paese d'origine, visto che la maggioranza fa l'opposto.
Tornerai in Italia? Oppure rimarrai lì? Questa è una decisione personale e lo sai che voglio il meglio per te la tua famiglia, quindi l'unica cosa che posso dirti è di leggere questa rivista che ti allego, che può esserti molto utile nella scelta.
Ancora ripenso alla prima volta che ci siamo visti: chi avrebbe pensato che sarebbe nata una così bella amicizia? Sappi che, qualsiasi cosa accada, io sarò sempre tua amica e che la lontananza non distrugge i legami d'amicizia.
                                                                                    Baci  
ANNA

AMICI ANIMALI. Adotta un cane

Una nuova rubrica, dedicata agli animali. Il primo articolo è di V.A. della 3aM.


Al canile ci sono molti cani in cerca di una casa e di una famiglia, ma ognuno di loro ha diversi caratteri e spesso  rimangono al canile per anni. Ho una grande passione per i cani, infatti quando vado al canile molte volte mi viene voglia di portarmeli a casa tutti. Questa passione me l'hanno un po’ passata anche i miei genitori. Mia madre e mio padre già da fidanzati avevano l’abitudine di andare al canile: loro facevano parte del gruppo di volontariato e portavano quasi sempre a passeggio cani "difficili" e che, quindi, quasi mai nessuno portava a spasso.
Sono molto fiera dei miei genitori e un giorno spero di diventare anche io una volontaria del canile.
Al canile possiamo trovare diversi tipi di cani, di varia taglia (piccola, media e grande), di razza o meticci, ma ognuno di loro ha un carattere diverso e ha avuto un passato indimenticabile. Io ho deciso di adottare a distanza un cane,visto che non me la sento ancora di portarne uno a casa.
Ormai è passato più di un anno da quando ho adottato diversi cani. Il primo cane era una femmina con gravi problemi: doveva essere operata ad un occhio, provavo molta pena a guardarla. Si chiamava Dresda e le volevo assai bene.
Un altro cagnolino si chiamava Quark: è bellissimo ma assai diffidente. C’è stato un periodo in cui ci veniva sempre incontro e eravamo sul punto di portarcelo a casa ma poi non siamo riusciti…
Sono stata contentissima di avere adottato a distanza anche Beethoven che assomiglia ad un San Bernardo ed è di taglia davvero grande. Bellissimo e molto dolce, si mostra però assai diffidente con chi non conosce.
L’ultimo cane che ho adottato è stato Lucky, un meticcio di taglia grande, che si è affezionato molto a me ma è molto spaventato da ciò che lo circonda. È davvero tenero ma è stato purtroppo riportato varie volte al canile perché tende a morsicare bambini e adulti.
Le adozioni a distanza possono durare dai tre mesi a un anno: io scelgo spesso la formula dei sei mesi. Esistono molti canili a Genova ma io vi consiglio il canile municipale di Genova che si trova sul Monte Gazzo presso la delegazione di Sestri Ponente. Invito colui/colei che sta leggendo di adottare una bestiola al canile, perché oltre ad aiutare gli animali, aiutiamo anche noi stessi, migliorando il rapporto tra uomo e animale. (V.A., 3aM)

sabato 19 ottobre 2013

STORIA INGLESE: I Tudors

Dal 1455 al 1485, l’Inghilterra fu sconvolta da una guerra civile, scatenata tra la famiglia degli York e dei Lancaster che si contendevano la corona. Gli York avevano come stemma una rosa bianca mentre i Lancaster una rosa rossa, ecco perché fu chiamata “GUERRA DELLE DUE ROSE”. Alla fine del conflitto salì sul trono, Enrico Tudor, Conte di Richmond, della famiglia dei Lancaster che sposò l’unica superstite degli York, Elisabetta. Il primo TUDOR salì al trono col nome di Enrico VII, diede nuovo prestigio alla monarchia pur subendo limitazioni da parte del Parlamento. durante il suo regno (1485-1509), gli inglesi attraversarono un periodo di benessere. Vennero sviluppate le industrie tessili, vennero favorite le esportazioni; i mercanti inglesi posero le loro basi nei principali mercati mondiali. La flotta venne resa più potente e nel 1497 il genovese Giovanni Caboto, raggiunse le coste dell’America settentrionale, in nome del re inglese. Enrico VII istituì molte scuole e migliorò la giustizia; cominciò a stabilire rapporti amichevoli con Scozia e Irlanda, ponendo le basi per l’unificazione del paese. Nel 1509, il figlio secondogenito Enrico VIII gli succedette, perché il fratello maggiore era morto, sposando la sua vedova Caterina d’Aragona che gli diede ben cinque figli ma sopravvisse solo la principessa Maria ed il sovrano esigeva un figlio maschio. Enrico VIII la sposò per volere del Consiglio privato e con la dispensa di papa Giulio II. Il nuovo re instaurò una monarchia quasi assoluto, non entrando mai in conflitto col Parlamento ma usandolo a proprio vantaggio. Enrico VIII è noto per aver distaccato l’Inghilterra dalla Chiesa di Roma e aver istituito la Chiesa anglicana. Lo stesso re divenne l’iniziatore e il capo della nuova religione. Egli disconobbe il papa e il cattolicesimo perché si vide rifiutato dalla chiesa il permesso di divorziare dalla prima moglie Caterina d’Aragona. Fu oppositore delle teorie di Lutero e fu per questo che ottenne da Papa Leone X il titolo di Defensor Fidei cioè Difensore della Fede ma in seguito ruppe in maniera insanabile il suo rapporto con il Papa. Ebbe sei mogli: Caterina d’Aragona, Anna Bolena, Jane Seymour, Anna de Clèves, Caterina Howard, Caterina Parr. Il sorgere dell’anglicanesimo, seguito dalla diffusione del protestantesimo, fu cause di lunghe e sanguinose lotte religiose. Nel 1558 salì al trono inglese Elisabetta, figlia di Enrico VIII e della seconda moglie Anna Bolena. Regnò per venticinque anni, fino al 1603. Sotto il suo governo l’Inghilterra ebbe uno sviluppo eccezionale e divenne una delle più forti nazioni europee. In questo periodo ebbe inizio il dominio coloniale nell’America del Nord; corsari inglesi colpivano le flotte e le colonie portoghesi e spagnole; era l’epoca dei Drake, degli Hawkins che la regina disapprovava pubblicamente ma che in privato invece incoraggiava e sosteneva. La politica anti-spagnola di Elisabetta condusse ad una guerra tra le due nazioni. La Spagna di Filippo II riunì la sua flotta formando “l’invincibile armata” che dovette scontrarsi con l’esperienza dei corsari che un anno dopo nello Stretto della Manica, sconfissero la Spagna. Gli anni di Elisabetta furono i migliori che ebbe l’Inghilterra durante la sua storia più che millenaria. (S.S., 2aM)

sabato 5 ottobre 2013

SPECIALE TRAGEDIA LAMPEDUSA. Un posto per loro

La strage di uomini, donne e bambini che è avvenuta a Lampedusa non deve essere sottovalutata, perché queste persone stavano venendo nel nostro paese per avere un futuro migliore, pieno di speranza e l'unico traguardo che hanno raggiunto è stata la morte dei loro famigliari e amici. Quando l'altra sera ho appreso dal telegiornale i filmati di alcune di queste persone che venivano salvate, non pensavo si fossero verificato un lutto così grave, ma poi quando hanno detto che su quell'imbarcazione c'erano circa cinquecento uomini e ho visto tutti quei morti, tra cui bambini, mi sono chiesta che cosa avessero fatto di male per meritarsi quell'orribile fine .Le donne, i bambini e gli uomini sono sopravvissuti grazie agli abitanti di Lampedusa che, appena hanno capito quanto stava accadendo, si sono subito dati da fare per aiutarli e hanno cercato di fare del loro meglio per salvarne il più possibile.
I superstiti adesso non sanno dove andare: spero che troveranno presto il posto migliore che possano immaginare per stare bene.
 [A.K., 3aM]

venerdì 4 ottobre 2013

SPECIALE TRAGEDIA LAMPEDUSA. Riflettere per allontanare l'egoismo

E ci ritroviamo con un'altra tragedia tra le mani successa ieri su una delle nostre coste, in questo caso quella di Lampedusa. Piú di un centinaio di morti.
Persone costrette a scappare dalla loro terra madre nella speranza che il futuro possa riservare loro qualcosa di migliore.
Sì, perché per loro l'unica cosa che possono fare è sperare di arrivare sani e salvi ad una meta, comunque per loro, sconosciuta. Viaggiano per giorni senza cibo, acqua e chi lo sa... magari anche maltrattati ed esposti a rischi, compreso quello di morire.
Sono notizie che colpiscono. Di solito noi italiani non ci diamo mai un gran peso ed è qua che sbagliamo.. sono queste le persone forti, persone che sperano in una vita migliore ed ora si trovano nel profondo del mare ,senza neanche sapere se verranno recuperati i loro corpi per almeno una degna sepoltura.
Poi ci sono i sopravvissuti, i pochi "fortunati"che, pur essendo arrivati in condizioni tragiche, ce l'hanno fatta.
Ho riflettuto molto su tutto ció, ma soprattutto su certi comportamenti immaturi di persone che si dimostrano menefreghiste di fronte a simili tragedie. Vedo la bacheca di facebook inondata di stati come questo "Invece di venire a rubare il posto a noi italiani, statevene al vostro paese". Ed è qua che ci rendiamo conto come l'egoismo non abbia limiti.
Vergogna.
Comunque sia, un minuto di silenzio alle povere vittime. R.I.P. [C.M., 3aM]

giovedì 27 giugno 2013

PALCOSCENICO: Il Teatro Elisabettiano


Il teatro elisabettiano nacque parallelamente al teatro italiano ma aveva struttura diversa: in quello elisabettiano per segnalare l’inizio dello spettacolo si alzava una bandiera.  I teatri elisabettiani erano come un’enorme botte di legno ricoperta lungo il perimetro da un tetto di paglia o tegole, che proteggeva le GALLERIES suddivise in tre ordini dove sedevano  le persone più importanti al costo di 2 penny.  Al centro circondata dalle GALLERIES,  c’era una zona a cielo aperto denominata YARD,  dove i GROUNDLINGS cioè gli spettatori che pagavano 1 penny per restare in piedi esposti alle intemperie.

La platea era partecipe e movimentata, il pubblico parlava, mangiava, beveva e commentava ad alta voce. Dietro le spalle degli attori, c’era la scena a più piani: a livello dello stage si aprivano due o tre porte  e l’ingresso e l’uscita di un personaggio da una di tali porte significava convenzionalmente il cambio di scena. Alle spalle vi era L’INNER STAGE, dove si svolgevano le scene in interni o da dove spuntavano personaggi particolari. Al piano superiore c’era L’UPPER STAGE dove venivano recitate le parti del copione, ambientate su mura, balconi, colline, scene interpretate su due livelli come la celebre scena del balcone di Giulietta e Romeo.

Il teatro elisabettiano rappresentò il più importante fenomeno culturale dell’Inghilterra rinascimentale, sia perché celebrava la potenza della nazione, sia perché offriva intrattenimento a tutte le classi sociali. Rappresentò l’evoluzione delle arti teatrali  perché in un primo tempo le compagnie si esibivano in locande o cortili, ma quando nel 1574 le rappresentazioni pubbliche furono bandite perché considerate immorali dai puritani, si costruirono teatri in zone fuori città dette LIBERTIES.

THE THEATRE, fu il primo costruito nel 1576, seguì THE CURTAIN nel 1577, THE ROSE nel 1587,THE SWAN nel 1595 e THE GLOBE nel 1599.

Nel 1642 il parlamento puritano ordinò la chiusura dei teatri.

La maggior parte delle opere erano di SHAKESPEARE e le compagnie ai tempi erano composte esclusivamente da uomini; solo in Italia la donna cominciò a recitare solo con la commedia dell’arte. (S.S., 1aM)


GIORNO DELLA MEMORIA: La storia di Rita Prigmore

Il giorno 12 febbraio 2013 a Genova, presso Palazzo Ducale, ho assistito alla testimonianza della signora Rita Prigmore. Ha portato la sua storia in tanti Paesi raccontando come ha subito sul suo corpo, le violenze dei dottori nazisti, tra cui il dottor Heyde, l’allievo di Mengele che faceva esperimenti sui bambini gemelli per cambiare il colore degli occhi e dei capelli.
A questo incontro sono state presenti molte persone di varie età, ma anche rappresentanti delle autorità genovesi.
Questa serata è stata molto emozionante, triste e ci ha fatto capire che gli esperimenti non dovrebbero essere fatti su cavie umane e noi, le generazioni future, non dobbiamo commettere gli errori compiuti da Hitler e i suoi seguaci.

All'inizio della seconda guerra mondiale i nazisti cominciarono a sterminare gli ebrei e gli zingari perché erano considerati delle razze impure. Li portavano nei campi di concentramento in Polonia, dove venivano etichettati con un numero, venivano rasati i capelli, erano vestiti come i carcerati, cosi non potevano riconoscersi ed erano divisi tra uomini, donne e bambini. 
Rita Prigmore è nata il 3 marzo 1943 a Wuerzburg in Germania, ha gli occhi verde smeraldo e i capelli neri.
Suo padre di giorno costruiva cesti e alla sera suonava in un gruppo composto da sette persone e la madre di giorno lavorava in una fabbrica e alla sera era una danzatrice. La sua famiglia fu obbligata a spostarsi in un appartamento da una stanza e mezzo. Dopo qualche tempo i tedeschi si sono presentati a casa loro portando un foglio dove la madre doveva scegliere tra: essere sterilizzata o deportata ad Auschwitz. Lei firmò il contratto, ma prima di venire sterilizzata rimase incinta e i dottori fecero dei controlli e scoprirono che era incinta di due gemelle. Le misero davanti un altro foglio  le cui condizioni erano: essere deportata ad Auschwitz oppure lasciare i figli ai dottori tedeschi. Così nacquero Rita e sua sorella Rolanda.
Dopo la nascita, la madre non vide le figlie, ma quando andò a visitarle, dopo tante suppliche, ne mostrarono solo una. Lei chiese dove fosse l’altra e l’infermiera la portò in bagno e le fece vedere la piccola morta che aveva la testa bendata.
La madre si spaventò e rapì la figlia viva e la portò nella chiesa di S. Rita e la battezzò con il nome Rita.
Dopo cinque settimane i nazisti vennero a riprenderla e la madre non la vide più per un anno, fino a quando i nazisti persero la guerra.
Da piccola andava a scuola ma non riusciva a seguire le lezioni per i forti mal di testa, allora fu esonerata. Si spostò negli USA dove si sposò ed ebbe due figlie.
La madre non gli disse niente del passato, ma quando Rita ebbe 36 anni le forti emicranie ripresero, pertanto sua madre si decise di raccontarle il suo vissuto.
Decise assieme alla madre di andare a raccontare in giro per il mondo la loro storia in memoria di sua sorella Rolanda, ma da qualche tempo sua madre non c’è più. (G.A., 1aM)



PENSATOIO: Prima il lavoro o la salute?

Da molto tempo tanti lavoratori si pongono la stessa domanda: “prima la salute o l’occupazione?”. Secondo alcuni medici bisogna essere in salute per lavorare, però, dalla parte dei datori di lavoro, non è sempre così. Prendiamo in considerazione l’ILVA di Taranto e tutte le persone decedute a causa di tumori. Per alcuni c’è prima il salario, per altri la qualità della vita, come sostengono i movimenti di protesta. A Taranto il lavoro è una risorsa molto importante perché permette a molte famiglie di arrivare a fine mese. A tutti fa piacere avere un impiego per potere acquistare una casa, un’automobile e avere un’esistenza tranquilla; ma a nessuno fa piacere sentire il telefono squillare e ricevere la notizia che il proprio marito o congiunto è morto per cause non proprio naturali. Io preferirei che tutte le fabbriche potenzialmente letali per l’uomo, si potessero organizzare permettendo ai propri lavoratori di operare “sani e puliti”. Secondo me, tutte le persone ricche o povere devono stare bene e fare una vita sana, senza problemi di salute o economici, ed avere la possibilità di trovare un posto fisso ed a tempo indeterminato. Però questo sembra essere un sogno lontano mille miglia a causa della situazione politica ed economica del nostro paese. (M.S., 2aM)
Fotografia tratta da Flickr.

martedì 18 giugno 2013

PENSATOIO: Divertirsi ieri. E oggi...


La gioventù di oggi è cambiata molto da quando la tecnologia ha preso il sopravvento, lasciando indietro il contatto umano tra le persone. Nel passato, quando l’informatica non era a questi livelli, i ragazzi erano molto più educati e rispettosi nei confronti degli anziani e delle altre persone. A quel tempo i giochi erano diversi da quelli di oggi più semplici, più coinvolgenti e meno sofisticati. Si giocava a nascondino, palla avvelenata, al pampano, oggi si sta in casa a navigare su Facebook o a sollazzarsi con videogiochi virtuali. Una volta, c’era poco di tutto: l’indispensabile per vivere, non come adesso che i ragazzi per sentirsi più grandi si sentono in dovere di comprare le sigarette perché pensano che siano necessarie.
Adesso i ragazzi ritengono che per divertirsi debbano stordirsi e lo fanno nei Rave Party, vera fonte d’illegalità, dove li possono reperire alcol e droga in mezzo a musica assordante.
Spero che questo mio articolo possa servire da lezione ai ragazzi che compiono simili assurdità. (M.P., 2aM)

APPUNTI DI VIAGGIO: Il Carnevale di Viareggio

Dal 3 febbraio al 3 Marzo a Viareggio si svolge un evento molto speciale e conosciuto in tutta Italia: il carnevale di Viareggio.La sua fama è dovuta soprattutto ai carri fatti (quasi) interamente di cartapesta. Molte persone si travestono nei più disparati personaggi: dai protagonisti dei film agli animali a molte altre maschere. Questa è una tradizione che risale al 1873, quando dei ricchi borghesi si mascheravano per protestare contro le troppe tasse che erano costretti a pagare. Da quel giorno ogni anno ci si traveste per dimenticare i problemi giornalieri. Prima del corteo, Viareggio può sembrare una normale cittadina, ma quando comincia la sfilata, tutto cambia:all'improviso tutto sembra magico e i carri sembrano che da un momento all'altro possano prendere vita. Questo è un evento per chi ama divertirsi, ballare e ridere. (G.C., 1aM)

sabato 11 maggio 2013

MAPPE PER STUDIARE: Tecnologia

Nelle ore della professoressa Maria Paonessa si usano le mappe concettuali. Ecco come l'alunno P.G. (1aM) espone un argomento (I metalli e le loro proprietà... cliccare per ingrandire).

Ed ora un po' di Presentazioni in Power Point, sempre sui metalli:

L'Oro

L'Oro - Il Re dei Metalli from scrivarolo13

L'Argento e il Nichel


L'argento e il nichel from scrivarolo13

Lo Stronzio


Lo stronzio from scrivarolo13

E, infine, il vetro...


sabato 4 maggio 2013

LA MACCHINA DEL TEMPO: Intervista immaginaria a Carlo Magno

Non c'è dubbio: S.S., studente della 1aM, ha una fantasia senza freni, così ha pensato bene di intervistare Carlo Magno... a completamento di questo prodigio, mettiamo pure una colonna sonora, Il banchetto della Premiata Forneria Marconi, canzone che racconta di "Sire, Maestà...". Qaule commento musicale più indicato? Fate partire la clip (in fondo al post) e poi leggete...  Buona lettura.


COSA PROVA SIRE DOPO L’INCORONAZIONE?
Sono molto felice, da questo gesto in futuro  potrebbe nascere  il Sacro Romano Impero, è stato un modo per avvicinare Chiesa e Impero.
E’ VERO CHE AVREBBE VOLUTO AUTOINCORONARSI?
In effetti  qualcuno lo pensa ma in realtà i rapporti tra me e Leone III sono ottimi, insieme sono sicuro che riusciremo a fare grandi cose ognuno nel rispetto dell’altro.
 SONO 4 LE FONTI DIVERSE CHE DESCRIVONO LE MOTIVAZIONI DI QUESTA INCORONAZIONE. LEI COSA HA DA DIRE A RIGUARDO?
 Lei che è giornalista sa meglio di me che ogni testata giornalistica racconta in maniera diversa lo stesso fatto, quindi  a seconda che si tratti di un cronista ecclesiastico romano, un franco  o un bizantino, la  versione non è mai uguale.
QUALI SONO I SUOI PROSSIMI OBIETTIVI?
Il mio sogno è quello di ricostruire l’Impero Romano d’Occidente e fermare il movimento migratorio dei Barbari in Europa dopo la disgregazione del  vecchio Impero Romano.
LEI E’ UN DIFENSORE DELLA FEDE: COSA PUO’ DIRCI SULLA SOTTOMISSIONE DEI SASSONI ?
Sottomissione? Direi che è stata solo una semplice e innocente evangelizzazione.
QUALI SONO I SUOI MERITI?
Sicuramente avere unificato istituzioni germaniche e latine, aver stabilito un ordine  politico, giudiziario, militare, tutte cose che spero rimarranno nel tempo come ovviamente la diffusione del Cristianesimo nell’Europa centro-orientale
CAMBIAMO DISCORSO COSA LE PIACE FARE NEL TEMPO LIBERO?
Ho la  passione dei cavalli e infatti faccio molta equitazione ma anche nuoto, caccia e bagni termali.
SIRE, LEI HA AVUTO 6 MOGLI E DICIOTTO FIGLI, E’ PIU’ FACILE GESTIRE L’IMPERO O LA FAMIGLIA?
Decisamente l’Impero mio caro.
GRAZIE DEL TEMPO CHE MI HA DEDICATO SIRE


giovedì 2 maggio 2013

PENSATOIO: Il nostro ambiente


Un problema di cui l’umanità si è resa conto solo da poco tempo è il degrado dell’ambiente che mette a rischio la stessa sopravvivenza della nostra specie su questo pianeta ospitale che sta diventando inabitabile.
Molto complesso è agire per salvaguardare l’ambiente perché è un organismo in cui un singolo intervento può avere enormi conseguenze sull’intero sistema, poiché i vari elementi sono collegati fra loro da una fitta rete di relazioni.
Certo, la Terra ha saputo sopportare cambiamenti violenti e devastanti, operati non solo dall’uomo, ma anche dalla natura, come le glaciazioni, ed ha saputo sempre trovare un nuovo equilibrio ambientale. In questi ultimi secoli, l’intervento dell’uomo si è fatto massiccio e spropositato. Anche da un punto visivo ci rendiamo conto che il pianeta è fatto più di cemento che di verde.
Adesso bisogna capire gli ambiti in cui l’intervento dell’ uomo si fa più evidente. Anzitutto l’uomo interagisce negativamente sull’ambiente terrestre, per esempio, disboscando le foreste.
La percentuale del territorio ricoperto dai boschi diminuisce ogni anno e sappiamo quanto gli alberi siano importanti per la produzione di ossigeno!!
I deserti avanzano fino a minacciare zone dedicate alle coltivazioni e ad altre attività produttive. I terreni si impoveriscono degli elementi nutritivi e in alcune aree la crosta terrestre ha fatto spazio al mantello, privo di minerali. Rifiuti nono smaltiti, e spesso tossici (come quelli nucleari), compongono il quadro di una “terra” attaccata.
Anche la rivoluzione industriale, se da un lato ha migliorato il tenore di vita di ampi strati sociali altrimenti esclusi dalla fruizione di beni e servizi, ha dall’altro creato degli squilibri nell’ecosistema globale.
Le metropoli, densamente abitate, sono oggi inabitabili: il centro urbano è soffocato da traffici ingovernabili e folli, dallo smog che impedisce di respirare, dalle esalazioni industriali che minacciano i cittadini; le acque, spesso usate con razionalità e rispetto, cominciano a scarseggiare.
Quando non sono avvelenate da nessun tipo di veleno né industriale né domestico, il loro è uno sviluppo non armonioso.
Riassumendo, uomo e ambiente sono sempre stati in bilico, perché gli uomini rovinano la natura ed essa cerca di “vendicarsi”.
L’ambiente va continuamente rispettato perché, anche se non sembra, ci dà un aiuto ENORME nella vita di tutti i giorni, rischiando anche di estinguersi a causa dell’ignoranza dell’uomo!! (A.R., 1aE)

GIOVANI LIRICI: Un Canzoniere... Elementare

Dalla 4aA della Primaria giunge un ricco canzoniere che merita proprio una veloce pubblicazione... Il tema è quello dell'uscita da scuola, momento liberatorio!







La fine della scuola si avvicina…

L’uscita da scuola.
“E’ ora di uscire!”
Dice la maestra,
ma io piuttosto mi butto
dalla finestra!
Perché purtroppo,
tutti mi sembran cavalli al galoppo.
Delle voci non ne parliamo,
vorrei che fossero pesci che abboccano all’amo.
Tutti fanno un verso
e io vorrei tanto che fosse diverso!
Purtroppo non è un sogno
ma meno male, è già passato
ma comunque mi sento uno gnomo
che non è assicurato.
G. P.

La mia uscita da scuola.
Noi bambini pieni di felicità
Quando dalla scuola si uscirà.
Giochiamo, giochiamo, giochiamo
fino allo strazio
perché quando ci divertiamo siam
come nello spazio.
Le mamme poi ci dicon di andar a casa
Ma noi passiamo
dallo spazio alla NASA.
N.Q. 4aA

3,2,1…A CASA!
Usciamo come una mandria di bufali,
a volte come dei galli.
Lasciando nell’aria un odore misto,
una folla si sente urlare,
mentre io sto zitto.
Una folla davanti ai portoni
Sta lì ad aspettare.
E’ raro che qualcuno stia zitto,
neanche un genitore.
Un silenzio strappato e buttato
mentre tutti ridono felici per l’uscita.
R. S. 4aA

L’uscita da scuola.

Quando usciamo tutti fuori
Si sentono sempre dei forti rumori,
sono le mamme, i parenti che fanno rumori assordanti
e ci son anche dei lattanti.
Ci sono cani che fanno di tutto, sono carini
ma son peggio dei bambini,
poi ci son anche tipacci brutti,
dei ragazzi fanno rutti.
L’uscita non è molto bella
neanche per mia sorella.
F.G. 4aA

domenica 21 aprile 2013

STORIE DI SPORT: Quando il torneo chiama!


11 aprile 2013. Cronaca del Torneo di Volley, classi 4e "Scuola Primaria De Amicis"

Mi sono svegliata ancora elettrizzata, mi sono alzata a malapena e, guardando il calendario… ho sussultato: era il giorno del torneo!
Così anche prima dei miei ero pronta.
Arrivati a scuola la maestra ci ha raccomandati, ci ha fatti andare in bagno e subito dopo siamo usciti all’aria aperta.
Dopo un lungo tragitto siamo arrivati al Paladiamante dove si intravedeva una squadra vestita di bianco. Quando siamo arrivati nello spogliatoio sembrava di essere in un vulcano!
Ma il caldo aveva contribuito a far sbrigare me e i miei compagni; subito dopo, la sfilata e l’Inno d’Italia.
Ci hanno dato dei cartellini e noi eravamo la squadra dei “maiali”!
In seguito, abbiamo vinto tutte le partite a parte una, giocando, saltando, palleggiando e battendo.
Quando c’è stata la premiazione, un mio compagno che sfortunatamente si era fatto male, ha vinto una maglietta gialla per aver girato la palla su un dito come un giocoliere. Quando arrivò il momento chiamarono i “maiali”: secondiii! In regalo un portachiavi e due fogli.
La giornata si è conclusa con un pic nic… in classe!
E portandoci nel cuore un’altra vittoria, i miei compagni si sono portati via anche il terzo posto e il quarto.
A mio commento è stato fantastico, emozionante, divertente, comico, avventuroso e movimentato.
(G.P. 4aA)