lunedì 24 dicembre 2018

SPECIALE PONTE MORANDI - Il tunnel di luci che unisce la città




Sabato 8 Dicembre in periferia (quartiere di Certosa) e nel centro di Genova  (Piazza De Ferrari) sono stati inaugurati due fasci di luce a forma d’arco, come per ricreare dei tunnel, sotto ai quali, ogni giorno  passano  migliaia di persone.
La creazione del tunnel di luce mi ha da subito incuriosito ed eccitata e mi sono immediatamente domandata quali fossero le ragioni e le motivazioni di un’opera del genere.
Credo che i due tunnel luminosi siano stati messi per collegare, almeno idealmente e simbolicamente, la stazione della metropolitana del centro con quella di Brin a Certosa (il quartiere che, dopo la caduta del ponte, era improvvisamente rimasto solo, isolato e distaccato dal resto di Genova).
Un dramma nel dramma - quello di Certosa - poiché, dopo ogni tragedia che colpisce una comunità, l’unica cosa che conta, per ricominciare a vivere, è rialzarsi  insieme e non sentirsi soli.
Certosa la mattina del 14 Agosto un secondo dopo il crollo si è ritrovata sola e abbandonata dal suo cuore, De Ferrari,  centro della splendida e unica signora del mare, Genova.
Ho saputo che è stato considerato il tunnel urbano più lungo d’Europa, credo raggiunga quasi i 60 metri.
Sono molto felice di ciò, dopo tutto quello che ha passato Certosa: una bella sorpresa natalizia ci stava, dopotutto è Natale anche per lei, no?
Ci voleva proprio un regalo così dopo tanta tristezza. Brin deve tornare ad essere felice e allegra come prima di quel maledetto 14 Agosto che ha segnato per sempre il suo destino…
Le autorità si sono date molto da fare per rinvigorire il quartiere: oltre al fascio di luce, hanno portato due abeti dal Trentino Alto Adige e li hanno piazzati, uno in Piazza Petrella e l’altro vicinissimo al luogo del crollo del ponte. Ovviamente anche questo è stato un gesto bellissimo da parte delle altre regioni, perché tutti hanno capito cosa si provi a vivere in una città spezzata in due.
Ho chiesto ad alcuni cittadini che cosa pensino di questo gesto e tutti hanno apprezzato veramente tantissimo: noi di Certosa siamo fieri delle persone che ci aiutano cercando di tirarci su il morale e ogni gesto d'aiuto è ben accetto.
In questo periodo tutti si aiutano, e, incredibilmente, solo la caduta del ponte poteva riunirci in questa città , anche la rivalità  tra i sampdoriani e genoani  sembra essersi un po’ allentata… tutti si sono uniti per aiutare un quartiere a pezzi anche i tifosi più accaniti.
Per me questo gesto è stato molto importante, ma credo che certi eventi dovrebbero  esserci sempre, a prescindere dalle tragedie.
(Marshmellow)

domenica 23 dicembre 2018

UN ATTORE IN CLASSE. Intervista a Dario Aita (quarta parte)

Gran finale. La 2aM si congeda da Dario Aita con le ultime domande. Quelle più difficili? No, quelle più spontanee.


DARIO AITA PRIVATO - Le domande che contano

Qual è il tuo rapporto con Genova ?
Con Genova ho un rapporto di odio e amore perché comunque è come casa mia, come Palermo. A Genova mi sono innamorato e ho cominciato la mia strada da attore.

Hai mai pensato di cambiare mestiere ? E cosa ti sarebbe piaciuto fare se fossi diventato attore ?
All'inizio volevo diventare un avvocato, avere una doppia laurea magari in scienze politiche e giurisprudenza. Guardavo spesso film che trattavano di avvocati. Spesso vorrei cambiare lavoro perché certe volte è  dura andare avanti. Poi, quando non ti riesce una cosa, ti disilludi e ti rendi conto che ti servono dei punti di riferimento forti.

Sappiamo che ti piace viaggiare quali paesi hai visitato?
Ho viaggiato molto in Italia,  ma ho toccato anche la Spagna, Repubblica Ceca e Londra ma la mia città preferita è Parigi anche se non ci sono mai andato. Mi piacerebbe anche New York ma meno: dell'America mi attraggono molto di più le città del Sud come Buenos Aires, Santiago...

Che rapporti hai con la tua famiglia? Ti hanno incoraggiato nelle tue scelte ?
Loro sono stati molto aperti non mi hanno mai ostacolato, ma erano molto dispiaciuti quando sono
dovuto venire a Genova, perché sarei stato lontano da casa. Per via del mio lavoro riesco a vederli abbastanza raramente .

Dove e quando hai conosciuto la tua ragazza ?
Ci siamo conosciuti a Genova, durante i corsi della Scuola di Recitazione del Teatro Stabile: all'inizio la detestavo poi ci siamo rivisti a Roma e ci siamo innamorati .

Che cosa ha di speciale la tua ragazza ?
Lei è la "specialità" in persona .

Sei contento della tua vita ?
Sì, sono molto contento perché faccio un lavoro che mi piace, se no, ora non sarei qui con voi. Ho ricevuto parecchi riconoscimenti dalla televisione, ma certe volte - lo ammetto -  questa felicità svanisce però la maggior parte delle volte è al massimo e mi dà forza. E sono contento perché ho una fidanzata che amo e che, soprattutto, è una donna fantastica.

Grazie per questa intervista! Ripassa a trovarci!
Certo! Grazie a voi.

(Fine)

Lavoro di stesura a cura di Marshmellow, Top Fisher, H2O e Uguale.

sabato 22 dicembre 2018

UN ATTORE IN CLASSE. Intervista a Dario Aita (terza parte)

Qui è sempre la 2aM: continuiamo il nostro viaggio intorno a Dario Aita. Oggi entriamo nel privato!

DARIO AITA PRIVATO - La scuola e le passioni

Come andavi a scuola?
Sono sempre stato un imbroglione e, nonostante studiassi poco, i professori tenevano conto del fatto che mi piacesse leggere il giornale e scrivere quindi ho sempre preso la sufficienza .

Come eri alla nostra età?
Il primo anno di scuola media ricordo che ho dovuto cambiare istituto perché litigavo con tutti i
bulli. Non mi piacevano le ingiustizie.

Hai mai preso 4 o sei mai stato sospeso?
No, non sono mai stato sospeso ma ho rischiato perché con un mio compagno volevamo entrare nel
bagno delle ragazze ma il piano è andato male: solo che il mio compagno è stato sospeso ed io no. Però ho rischiato per una scemenza e per qualcosa che non si deve fare. Invece il voto più basso l'ho preso in francese: 1 e mezzo!

Ti piacciono i videogiochi ?
No, non mi piacciono, ma da piccolo mi piacevano tanto. Ogni tanto ci ritorno, ma non ho molto tempo.

Ti piace il calcio?
No, però i mondiali li seguo sempre.

Hai mai pensato di giocare a rugby?
Sì, mi piacerebbe molto .

Sport preferito?
Per adesso faccio ginnastica dolce, yoga ma mi piacerebbe cambiare .

Cosa pensi degli haters?
Non ne ho tanti ma anche se li avessi me ne fregherei .

Ti piacciono gli animali?
Sì, amo i cani ma - lo ammetto - ho un po' di paura dei gatti. Avevo un cane che si chiamava Pam .

Cosa ami e cosa odi?
Amo andare nei boschi e la recitazione, invece odio le persone ingiuste e razziste.

(fine terza parte)

Lavoro di stesura a cura di Marshmellow, Top Fisher, H2O e Uguale.

venerdì 14 dicembre 2018

UN ATTORE IN CLASSE. Intervista a Dario Aita (seconda parte)

Un saluto dalla 2aM dell'IC Rivarolo. Proseguiamo il nostro viaggio intorno all'attore Dario Aita. Oggi vi parliamo del suo rapporto con il teatro e con il cinema. Buona lettura.
DARIO AITA E IL MESTIERE DELL'ATTORE
- Cosa provi quando reciti? Ti sei mai sentito nervoso ?
Sì, a teatro mi sento molto nervoso, perché provo emozioni fortissime, incontrollabili, visto che
in platea, spesso, c'è gente che conosco. Al cinema no: lì è tutto apparentemente più semplice e costruito.

Nei personaggi che reciti cosa c'è di te stesso?
C'è tutto di me perché è inevitabile. Anche quando il personaggio è molto diverso da me, cerco di
trovare elementi in comune, sentimenti che non conoscevo di lui.

Avresti mai pensato di raggiungere certi livelli?
Sinceramente no, perché abito a Palermo, in periferia, e lì i sogni sono difficili da “esaudire”. Una mia ex collega mi aveva convinto ad iscrivermi ad un corso di recitazione, ho fatto un provino, mi hanno detto che avevo talento e mi hanno accettato. Se si vuole fare l'attore si può provare ma bisogna avere talento, sennò si rischia di recitare da “cani”.

Quando sei in una località dove stai girando un film, ti capita di essere fermato per strada per foto o autografi?
Certo: nelle grandi città meno (a Roma, ad esempio, è normale incontrare attori per strada); molto di più nei centri piccoli.

Hai mai incontrato difficoltà nel tuo lavoro? Se sì, come le hai affrontate?
Sempre e dolorose. Alla vostra età, però, le difficoltà non le conoscevo. Una cosa che non ti riesce, fa male: quando diventi più grande, la superi provando e riprovando. Se non ci riesci ti rassegni perché la perfezione non esiste. Dài il massimo finché riesci e poi ti senti bene . 

Cosa consiglieresti a quei nostri coetanei che vorrebbero diventare attori ?
Consiglio di provare, anche se oggi viviamo in un mondo difficile, perché tutti vogliono diventare celebrità .  Tanta gente non è portata per fare l'artista. Invece si può studiare anche guardando con attenzione i film. Essere attori è difficile: bisogna iniziare con piccoli corsi .

Qual è l'oggetto di scena più imbarazzante che hai usato ?
La barba finta: in La mafia uccide solo d'estate mi dava un fastidio... mi grattavo in continuazione.

Dopo avere recitato un film ne vorresti fare un altro ?
Sì, sempre .

Spiegaci il set!
Eh... mica facile! Sul set lavorano molte persone: la produzione (che ci mette i soldi), che chiama il regista, direttore della fotografia, i costumisti, lo scenografo, il location manager, parrucchieri, truccatori, macchinisti, elettricisti… Mentre si gira, intorno al set, ci sono almeno 40 persone. 

Ti è mai capitato sul set di ridere così tanto da non poter andare avanti in una scena ?
Sì, molte volte! Una volta recitavo la scena di un funerale e il prete mi faceva ridere in maniera irresistibile.

Imparare a memoria: qual è il tuo trucco ?
Non esiste un vero e proprio trucco ma si possono fare degli esercizi: innanzitutto bisogna avere una memoria dissociata (ripeti la parte, mentre fai qualcosa d'altro con le mani, come mettere a posto degli oggetti). Ci sono tantissimi esercizi.

Ma i baci di scena sono veri o finti?
I baci sono veri, impazziti: molti lavorano fingendo, quindi i baci sono finti. Altri cercano di essere più veri. Diciamo che, pur nella finzione, i baci sono molto intensi.

La tua fidanzata è gelosa quando baci un'attrice sul set ?
Sì, da matti! Lei è attrice e regista, quindi figuratevi... ma poi le emozioni sul set svaniscono. All'inizio lo era di più perché interpretavo soprattutto fiction d'amore.

(fine seconda parte)

Lavoro di stesura a cura di Marshmellow, Top Fisher, H2O e Uguale.

L'articolo è anche presente in La Scuola Fa Notizia.

domenica 9 dicembre 2018

UN ATTORE IN CLASSE. Intervista a Dario Aita (prima parte)

Lo scorso giovedì 29 novembre 2018, il popolare attore Dario Aita è stato intervistato dagli alunni della 2aM dell'I.C. Rivarolo di Genova. Dario è stato disponibile e generoso nell'affrontare la selva di domande partite dai banchi . Oggi vi offriamo la prima parte... restate sintonizzati.


DARIO AITA, TRA TEATRO E CINEMA
A che età è nata la tua passione per la recitazione?
La mia passione è nata tardi: mi piaceva molto guardare film e a 15 anni ho pensato di fare il regista, ma per svolgere questo lavoro era necessario prima diventare attore. Solo dopo mi sono appassionato e ho continuato su questa strada.
Come ti è venuto in mente di fare l'attore?
Guardando film, mi piaceva la possibilità di raccontare storie sempre più importanti e questa esigenza mi ha  spinto a recitare .
 A quali film e serie tv hai partecipato?
Ho partecipato a diverse serie, molte ambientate in Sicilia e relative alla mafia e alla criminalità. Poi fiction di amore ad esempio L'allieva e Questo nostro amore. Ho recitato anche in qualche film: il primo è stato La prima linea che racconta di un gruppo di terroristi che organizzano l'evasione da un carcere .
Hai mai rivisto una tua serie tv in cui hai lavorato?
Sì, le rivedo tutte: a volte ne sono fiero, altre volte meno.
Ti sei emozionato lavorando nel film In nome del popolo italiano,dedicato alla figura di Pier Santi Mattarella?
Certo! È stato molto emozionante soprattutto durante la proiezione: è una storia che tocca da vicino soprattutto noi siciliani.
 Preferisci teatro o cinema?
Preferisco il cinema perché sono pigro e il teatro richiede molto lavoro e fatica, ma le sue storie sono più intense .
Hai mai recitato qualcosa non in italiano?
No, mai .
Chi sono i grandi attori a cui ti sei ispirato? Chi sono i tuoi modelli?
Il primo a cui mi sono appassionato è stato Leonardo di Caprio: da piccolo mi vestivo addirittura
come lui. Invece da grande mi sono ispirato a Gian Maria Volonté
 Con quale attore o attrice famosi ti piacerebbe recitare?
Sicuramente Leonardo di Caprio e Joaquin Phoenix.
(fine prima parte)

Lavoro di stesura a cura di Marshmellow, Top Fisher, H2O e Uguale.


venerdì 7 dicembre 2018

Tutti su Marte. Proprio come essere lì.

La sonda Insight (NASA/JPL-Caltech)

Oggi 25 Novembre 2018: la sonda  Insight è atterrata su Marte.
Ha posato le tre gambe sul suolo del pianeta rosso alle 20.47, dopo sette minuti di grande frenata, passando da 20.000 km/h a 8. In questi sette minuti dovevano andare alla perfezione alcuni passaggi pazzeschi: sganciamenti, inclinazioni perfette non un grado di più non un grado di meno, motori che si dovevano accendere e poi spegnere pochi minuti dopo l'atterraggio.
Appena è arrivato il segnale del "tutto ok", nel centro di controllo di Pasadena è scoppiata la gioia.
Nel 2012, e prima ancora del 2008, sono state lanciate altre due sonde, il Phoenix Mars Lander e Curiosity: questa volta le trivelle incorporate nella sonda arriveranno a scavare fino a 5 m di profondità, molto di più rispetto ai pochi cm delle precedenti sonde.
Ora Insight studierà il sottosuolo di Marte e la sua temperatura, con alcuni strumenti “Made in Italy”. Cosa ci dovrebbero fare capire? Come si è formato il pianeta e perché, pur avendo la stessa età della Terra, non sta avendo lo stesso destino. Cioè all'inizio la Terra e Marte erano molto simili: caldi, con molta umidità e con una spessa atmosfera. Circa tre miliardi di anni fa Marte smise di cambiare, mentre la Terra si evolse; quindi, confrontando i dati della Terra con quelli di Marte, si potrà capire come un pianeta cambi e riesca a portare la vita. Eccoci pertanto al grande quesito che ha guidato gli scienziati: ci sono altre forme di vita nell'universo?
Arrivando a capire che dietro all' evento c'è questa domanda, riesco a comprendere la gioia degli scienziati: si sono abbracciati, hanno fatto balletti e si sono dati il cinque. Dopo anni di lavoro la sonda è arrivata e il sogno può continuare. Per me è stata la prima volta che ho assistito ad un atterraggio in diretta. Mia nonna ha visto l'arrivo sulla Luna negli anni Sessanta!
Con la mia famiglia eravamo davanti alla televisione (per paura di perdere l'attimo, abbiamo aspettato a cenare) e abbiamo vissuto la tensione e la paura dei sette minuti che potevano cambiare tutto.
Dopo film di viaggi nello spazio, finalmente mi sento di avere assistito ad un viaggio vero e chissà, magari, in futuro, proprio grazie alla sonda Insight scopriremo una nuova forma di vita ed  io potrò dire di aver fatto parte della squadra degli scienziati. Mi è piaciuto raccontare sul momento quello che ho visto. Magari fra qualche giorno avrò le idee più chiare ma raccontare mentre succede è proprio bello. (Bomber)

L'articolo è anche presente su La Scuola fa Notizia (Dire.it).

domenica 2 dicembre 2018

LE INTERVISTE IMPOSSIBILI - Colombo ama il pesto

Da Commons.Wikimedia (CC BY-SA 3.0 )
Dopo avere studiato le gesta dell'esploratore più famoso della Storia, il nostro reporter Cucciolo è salito sulla macchina del tempo ed ha intervistato Colombo.


Buonasera signor Cristoforo Colombo
Buonasera anche a lei.

Ha mai pensato che le sue caravelle sarebbero affondate?
Sì, tra i miei mille pensieri ho riscontrato anche questo ma non gli ho dato molta importanza.

Si sarebbe mai portato del pesto o sugo di pomodoro lungo il viaggio ?
Beh, da buon genovese ovviamente mangerei il pesto anche sopra la carne ma non oso pensare ad un piatto di pasta al pomodoro (anche perché... che cos'è un pomodoro?)

Riguardo al calcio, lei per chi tifa?   
Tifo la Sampdoria visto che nello scudetto c'è un marinaio in cui mi ci rivedo molto.

Le sarebbe mai piaciuto diventare il padrone della Lanterna?
No, però sarebbe stata un bella responsabilità perché avrei compromesso lo sbarco di molte navi.

Cosa ne pensa della rimozione della sua statua, in America?
Per me è una grande delusione visto la fatica e il viaggio che io ed il mio equipaggio abbiamo affrontato.

Arrivederla signor Colombo è stato un piacere. Grazie!
Piacere mio, arrivederla.
(Il Cucciolo)

L'articolo è anche presente su La Scuola fa Notizia/Diregiovani.it .

sabato 1 dicembre 2018

SPECIALE PONTE MORANDI - Una città divisa in due

Foto tratta dalla pagina Facebook del gruppo Quelli del Ponte Morandi

Della tragedia del Ponte Morandi se ne è già discusso in molti modi (giornali, tv, radio, Internet...) e se ne parlerà ancora chissà per quanti anni. Sono consapevole della tragedia che ha colpito le vittime, i loro familiari e amici, gli sfollati e il commercio. Vorrei anche provare ad illustrare come sia cambiata la vita per i cittadini che non sono stati colpiti direttamente da questo fatto.
Tutti coloro che dalla Valpolcevera si spostano verso il centro hanno dovuto cambiare le proprie abitudini. Infatti per un certo periodo per spostarsi si doveva usare solo la metropolitana, essendo chiuse tutte le strade e la ferrovia. Le persone, pertanto, erano costrette a uscire di casa molto prima rispetto al solito perché c’era molta folla che utilizzava la metropolitana e si formava una vera e propria coda di persone.
Oggi sono state riaperte due strade (corso Perrone e Via 30 Giugno) che passano sotto i resti del ponte ma, invece di aiutare la viabilità, continuano a formarsi ulteriori ingorghi.
La mia vita è cambiata da quel giorno. Ho provato dolore per le vittime e ho compreso che sarei potuto essere anche io una di loro, perché spesso passavo sul ponte o sotto di esso.
Ho la sensazione che la città si sia divisa a metà. Per me, che abito al di là del ponte, mi sembra di non essere più cittadino genovese. Il centro di Genova mi sembra sia diventato un posto quasi irraggiungibile perché, a causa della difficoltà che abbiamo negli spostamenti, spesso non si riesce ad arrivare alla nostra meta nei tempi che avevamo programmato.
Parlando con persone che abitano in altri quartieri di Genova mi sono reso conto che loro non hanno idea delle difficoltà che stiamo subendo e della catastrofe che è stata.
So che i nostri disagi sono passeggeri mentre per molti la vita è cambiata per sempre.
(Lego)