Un saluto dalla 2aM dell'IC Rivarolo. Proseguiamo il nostro viaggio intorno all'attore Dario Aita. Oggi vi parliamo del suo rapporto con il teatro e con il cinema. Buona lettura.
DARIO AITA E IL MESTIERE DELL'ATTORE
- Cosa provi quando reciti? Ti sei mai sentito nervoso ?
Sì, a teatro mi sento molto nervoso, perché provo emozioni fortissime, incontrollabili, visto che
in platea, spesso, c'è gente che conosco. Al cinema no: lì è tutto apparentemente più semplice e costruito.
- Nei personaggi che reciti cosa c'è di te stesso?
C'è tutto di me perché è inevitabile. Anche quando il personaggio è molto diverso da me, cerco di
trovare elementi in comune, sentimenti che non conoscevo di lui.
- Avresti mai pensato di raggiungere certi livelli?
Sinceramente no, perché abito a Palermo, in periferia, e lì i sogni sono difficili da “esaudire”. Una mia ex collega mi aveva convinto ad iscrivermi ad un corso di recitazione, ho fatto un provino, mi hanno detto che avevo talento e mi hanno accettato. Se si vuole fare l'attore si può provare ma bisogna avere talento, sennò si rischia di recitare da “cani”.
- Quando sei in una località dove stai girando un film, ti capita di essere fermato per strada per foto o autografi?
Certo: nelle grandi città meno (a Roma, ad esempio, è normale incontrare attori per strada); molto di più nei centri piccoli.
- Hai mai incontrato difficoltà nel tuo lavoro? Se sì, come le hai affrontate?
Sempre e dolorose. Alla vostra età, però, le difficoltà non le conoscevo. Una cosa che non ti riesce, fa male: quando diventi più grande, la superi provando e riprovando. Se non ci riesci ti rassegni perché la perfezione non esiste. Dài il massimo finché riesci e poi ti senti bene .
- Cosa consiglieresti a quei nostri coetanei che vorrebbero diventare attori ?
Consiglio di provare, anche se oggi viviamo in un mondo difficile, perché tutti vogliono diventare celebrità . Tanta gente non è portata per fare l'artista. Invece si può studiare anche guardando con attenzione i film. Essere attori è difficile: bisogna iniziare con piccoli corsi .
- Qual è l'oggetto di scena più imbarazzante che hai usato ?
La barba finta: in La mafia uccide solo d'estate mi dava un fastidio... mi grattavo in continuazione.
- Dopo avere recitato un film ne vorresti fare un altro ?
Sì, sempre .
- Spiegaci il set!
Eh... mica facile! Sul set lavorano molte persone: la produzione (che ci mette i soldi), che chiama il regista, direttore della fotografia, i costumisti, lo scenografo, il location manager, parrucchieri, truccatori, macchinisti, elettricisti… Mentre si gira, intorno al set, ci sono almeno 40 persone.
- Ti è mai capitato sul set di ridere così tanto da non poter andare avanti in una scena ?
Sì, molte volte! Una volta recitavo la scena di un funerale e il prete mi faceva ridere in maniera irresistibile.
- Imparare a memoria: qual è il tuo trucco ?
Non esiste un vero e proprio trucco ma si possono fare degli esercizi: innanzitutto bisogna avere una memoria dissociata (ripeti la parte, mentre fai qualcosa d'altro con le mani, come mettere a posto degli oggetti). Ci sono tantissimi esercizi.
- Ma i baci di scena sono veri o finti?
I baci sono veri, impazziti: molti lavorano fingendo, quindi i baci sono finti. Altri cercano di essere più veri. Diciamo che, pur nella finzione, i baci sono molto intensi.
- La tua fidanzata è gelosa quando baci un'attrice sul set ?
Sì, da matti! Lei è attrice e regista, quindi figuratevi... ma poi le emozioni sul set svaniscono. All'inizio lo era di più perché interpretavo soprattutto fiction d'amore.
(fine seconda parte)
Lavoro di stesura a cura di Marshmellow, Top Fisher, H2O e Uguale.
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