venerdì 14 dicembre 2018

UN ATTORE IN CLASSE. Intervista a Dario Aita (seconda parte)

Un saluto dalla 2aM dell'IC Rivarolo. Proseguiamo il nostro viaggio intorno all'attore Dario Aita. Oggi vi parliamo del suo rapporto con il teatro e con il cinema. Buona lettura.
DARIO AITA E IL MESTIERE DELL'ATTORE
- Cosa provi quando reciti? Ti sei mai sentito nervoso ?
Sì, a teatro mi sento molto nervoso, perché provo emozioni fortissime, incontrollabili, visto che
in platea, spesso, c'è gente che conosco. Al cinema no: lì è tutto apparentemente più semplice e costruito.

Nei personaggi che reciti cosa c'è di te stesso?
C'è tutto di me perché è inevitabile. Anche quando il personaggio è molto diverso da me, cerco di
trovare elementi in comune, sentimenti che non conoscevo di lui.

Avresti mai pensato di raggiungere certi livelli?
Sinceramente no, perché abito a Palermo, in periferia, e lì i sogni sono difficili da “esaudire”. Una mia ex collega mi aveva convinto ad iscrivermi ad un corso di recitazione, ho fatto un provino, mi hanno detto che avevo talento e mi hanno accettato. Se si vuole fare l'attore si può provare ma bisogna avere talento, sennò si rischia di recitare da “cani”.

Quando sei in una località dove stai girando un film, ti capita di essere fermato per strada per foto o autografi?
Certo: nelle grandi città meno (a Roma, ad esempio, è normale incontrare attori per strada); molto di più nei centri piccoli.

Hai mai incontrato difficoltà nel tuo lavoro? Se sì, come le hai affrontate?
Sempre e dolorose. Alla vostra età, però, le difficoltà non le conoscevo. Una cosa che non ti riesce, fa male: quando diventi più grande, la superi provando e riprovando. Se non ci riesci ti rassegni perché la perfezione non esiste. Dài il massimo finché riesci e poi ti senti bene . 

Cosa consiglieresti a quei nostri coetanei che vorrebbero diventare attori ?
Consiglio di provare, anche se oggi viviamo in un mondo difficile, perché tutti vogliono diventare celebrità .  Tanta gente non è portata per fare l'artista. Invece si può studiare anche guardando con attenzione i film. Essere attori è difficile: bisogna iniziare con piccoli corsi .

Qual è l'oggetto di scena più imbarazzante che hai usato ?
La barba finta: in La mafia uccide solo d'estate mi dava un fastidio... mi grattavo in continuazione.

Dopo avere recitato un film ne vorresti fare un altro ?
Sì, sempre .

Spiegaci il set!
Eh... mica facile! Sul set lavorano molte persone: la produzione (che ci mette i soldi), che chiama il regista, direttore della fotografia, i costumisti, lo scenografo, il location manager, parrucchieri, truccatori, macchinisti, elettricisti… Mentre si gira, intorno al set, ci sono almeno 40 persone. 

Ti è mai capitato sul set di ridere così tanto da non poter andare avanti in una scena ?
Sì, molte volte! Una volta recitavo la scena di un funerale e il prete mi faceva ridere in maniera irresistibile.

Imparare a memoria: qual è il tuo trucco ?
Non esiste un vero e proprio trucco ma si possono fare degli esercizi: innanzitutto bisogna avere una memoria dissociata (ripeti la parte, mentre fai qualcosa d'altro con le mani, come mettere a posto degli oggetti). Ci sono tantissimi esercizi.

Ma i baci di scena sono veri o finti?
I baci sono veri, impazziti: molti lavorano fingendo, quindi i baci sono finti. Altri cercano di essere più veri. Diciamo che, pur nella finzione, i baci sono molto intensi.

La tua fidanzata è gelosa quando baci un'attrice sul set ?
Sì, da matti! Lei è attrice e regista, quindi figuratevi... ma poi le emozioni sul set svaniscono. All'inizio lo era di più perché interpretavo soprattutto fiction d'amore.

(fine seconda parte)

Lavoro di stesura a cura di Marshmellow, Top Fisher, H2O e Uguale.

L'articolo è anche presente in La Scuola Fa Notizia.

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