sabato 19 marzo 2022

RACCONTAMI. Nonna e nipote.

Avete visto le foto pubblicate su Instagram dalla giornalista del TG La7 Paola Mascioli e il suo reportage da Przemyśl, località della Polonia ai confini con l'Ucraina. Nella stazione locale, sono arrivati molti profughi in fuga dall'Ucraina invasa dai Russi. Come già scritto altrove, guardando le immagini, abbiamo pensato ad un esperimento di scrittura creativa: provare a raccontare una pagina di fantasia. Eccoci al terzo contributo: un'alunna di prima media ha visto in questa signora semplicemente una nonna e ha inventato questa storia. Un sentito ringraziamento a Paola Mascioli per averci concesso l'utilizzo della fotografia per questo nostro blog didattico.


Un giorno c’era una signora anziana, Olga: si reggeva da solo un bastone, era ferma lì ad osservare il cielo, perché potrebbe essere stata l’ultima volta per lei. Sembrava una donna tanto dura, ma non si sa cosa si nascondesse sotto a quel cappotto, indossato per il freddo. Dal suo viso si può notare il dolore, che ha passato e che sta passando. Quest’ultima volta, è scappata dall’Ucraina, ha avuto molto coraggio a compiere questa azione, anche se a volte aveva l’intento di mollare tutto, ma poi pensò alle sue figlie e ai suoi nipoti che avrebbero, sicuramente, sofferto molto. Questa donna inoltre ha avuto molta paura, perché lei era presente anche durante la seconda guerra mondiale e non avrebbe mai potuto pensare ad una terza. Ora si trova al sicuro, in Polonia, ma il suo unico nipote maschio no... lui si trova in Ucraina a fare la guerra. Olga aveva molta paura, ma comunque credeva e sperava in un ritorno, finchè non le arrivò una telefonata: il nipote Jurij purtroppo era morto. La donna a questa notizia rimase distrutta. Nonostante tutto Olga cerca di andare avanti e sperare in un mondo migliore. (Tartaruga09)

RACCONTAMI. Lo sguardo di Bob

 

Siamo stati molto colpiti dalle foto pubblicate su Instagram dalla giornalista del TG La7 Paola Mascioli. Qualche settimana fa l'inviata ha raggiunto Przemyśl, località della Polonia ai confini con l'Ucraina: lì, nella stazione locale, sono arrivati molti profughi in fuga dall'Ucraina invasa dai Russi. Come già scritto altrove, guardando le immagini, abbiamo pensato ad un esperimento di scrittura creativa: provare a raccontare una storia di fantasia. Questo è il secondo contributo: lo ha curato un'altra alunna di prima media. Un sentito ringraziamento a Paola Mascioli per averci concesso l'utilizzo della fotografia per questo nostro blog didattico.



Era la notte tra il 23 e il 24 febbraio. Dormivamo tutti, tranne il nostro cane Bob. Lui da diversi giorni era agitato, dormiva poco e ululava spesso. Lui sentiva che stava per succedere qualcosa, anche noi avevamo tanta paura che scoppiasse la guerra, perché da giorni, non si parlava di altro. Non avrei mai immaginato un risveglio così: tra le bombe e la gente che urlava ho capito che era iniziata la guerra. Con mio marito avevamo preparato il necessario per fuggire. Abbiamo preso nostro figlio e il cane. Ci siamo diretti verso il cammino, senza sapere dove andare. Abbiamo incontrato tante persone che come noi, scappava. Qualcuno piangeva, perché avevano perso i loro cari. Mio marito ci indirizza verso un autobus che si dirigeva in Polonia. Una volta saliti, ci disse che doveva rimanere là, a lottare per il suo paese. Ero disperata, piangevo, e avevo tanta paura per me, mio figlio e per la mia gente.Bob era lì, sempre con noi, ci guardava con amore, come se ci volesse dire di non aver paura, perché c’era lui qui, che ci proteggeva. Siamo arrivati in Polonia sani e salvi. Sono distrutta, il pensiero delle persone obbligate a lasciare la propria abitazione e cercare un rifugio, bambini che soffrono, quando dovrebbero solo essere spensierati e ricevere amore, l’idea che gente innocente deve morire, e che sia deciso come se fosse necessario ed inevitabile. Il mio cuore soffre ed è in silenzio, il mio pensiero è lontano. (tulipano_11)

CONFLITTO UCRAINA - RUSSIA. Dalla Scuola dell'Infanzia: i cartelloni delle Farfalle, dei Leprotti e dei Pulcini.

 La galleria continua con altri cartelloni coloratissimi per dire NON ALLA GUERRA. 






CONFLITTO UCRAINA - RUSSIA. Dalla Scuola dell'Infanzia: il contributo degli Scoiattoli.

Continua la nostra galleria di disegni per la Pace, opera dei piccoli della Scuola dell'Infanzia. Questo è quanto è uscito dalle matite e dai pastelli degli "Scoiattoli".















martedì 8 marzo 2022

CONFLITTO UCRAINA - RUSSIA. Pensieri d'affetto per chi è lontano

Che cosa disegnare in uno striscione? Ce lo siamo chiesti, noi della Scuola dell'Infanzia Fasciotti IC Rivarolo.

Abbiamo parlato dell'impotenza di fronte a certi disastri e di cosa fare nel nostro piccolo. È  uscita la frase "Potremmo mandare pensieri di affetto" e i cuori sono molto gettonati. 

Pur spaventati da una guerra che possa avvicinarsi, questi bimbi hanno avuto pensieri positivi. E come ha detto uno di loro:"La guerra non deve esistere perché non serve."

Eccovi i pensieri affettuosi dei nostri piccoli artisti (classe Le Coccinelle).

A breve arriverà anche lo striscione. Restate sintonizzati... (Donatella Mazzier, insegnante)















domenica 6 marzo 2022

RACCONTAMI. Un diario possibile.

Siamo stati molto colpiti dalle foto pubblicate su Instagram dalla giornalista del TG La7 Paola Mascioli. I giorni scorsi l'inviata ha raggiunto Przemyśl, località della Polonia ai confini con l'Ucraina: lì, nella stazione locale, sono arrivati molti profughi in fuga dall'Ucraina invasa dai Russi.

Guardando le immagini, abbiamo pensato ad un esperimento di scrittura creativa: provare a raccontare una storia di fantasia. Ci ha provato pesca_80, un'alunna di prima media, che ha inventato queste pagine di diario assai realistiche, calandosi nei panni di una coetanea ucraina che, probabilmente, esiste e sta vivendo tutto ciò. 

Un sentito ringraziamento a Paola Mascioli per averci concesso l'utilizzo della fotografia per questo nostro blog didattico.



21 febbraio 2022

Caro diario, mi chiamo Iryna e ho 13 anni. Vivo con i miei genitori in un paesino, non lontano da Kyiv. Ho due cagnolini Barsyk e Bobik. Probabilmente tra qualche giorno scoppierà la guerra ma io non voglio andare via dalla mia città. Qui ci sono i miei amici, i miei posti preferiti, la mia scuola… Io sono nata qui, non voglio scappare!!!

22 febbraio 2022

Oggi non sta succedendo niente, è tutto ok. Sono andata a scuola, ho fatto i compiti e sono uscita con i miei amici come sempre.

P.S. Oggi mia mamma ha preparato il mio piatto preferito, era buonissimo!

23 febbraio 2022

Oggi hanno chiamato mio padre a fare il militare… L’ho salutato, credo sia un addio; mi mancherà molto, spero di riabbracciare presto. Io e mia mamma abbiamo fatto la valigia di emergenza, ho pure preso il necessario per i miei cagnolini, non li lascerò mica qui!

24 febbraio 2022

È iniziata… Mi sono svegliata molto presto per dei rumori forti, solo dopo ho capito che erano bombardamenti. Subito dopo, mia mamma ha detto di prepararmi e correre alla stazione: stiamo partendo per la Polonia.

P.S. Mi manca molto papà ed ho molta paura.

25 febbraio 2022

Siamo arrivate a Przemyśl stamattina, siamo state fortunate ad essere arrivate oggi, c’era una marea di persone che scappavano. I volontari ci hanno accolto e ci hanno offerto del cibo, del tè caldo e tutto ciò di cui avevamo bisogno. Non so come stanno i miei amici, ma soprattutto spero che papà sia vivo…

26 febbraio 2022

È vivo! Ho ricevuto una sua telefonata. Vorrei un sacco poterlo riabbracciare. Mi manca così tanto, non ho mai provato emozioni del genere.

27 febbraio 2022

Oggi ho provato a chiamare i miei amici e nulla non hanno risposto… forse avranno lasciato i telefoni a casa? Oppure li avranno persi? Devo pensare positivo.

28 febbraio 2022

Ho saputo che un mio compagno è mancato, non potevo immaginare che 22 gennaio sarebbe stata la nostra ultima uscita…

1 marzo 2022

Oggi ho incontrato i miei nonni! È un miracolo che siano anche loro qui! 

P.S. Oggi mi sentivo molto male, sentivo la mancanza di mio padre, però la nonna mi ha consolato. (pesca_80)


sabato 5 marzo 2022

Il Covid: due anni dopo


Ebbene sì: sono 2 anni che questo orribile virus ci perseguita rendendo le nostre vite sempre più limitate. Per quanto riguarda noi adolescenti, il COVID ha decisamente rivoluzionato le nostre abitudini e il nostro modo di socializzare. Tutto ciò che prima dimostravamo con un abbraccio, ora è limitato a una semplice e fredda pacca sulla spalla o pugno contro pugno.

Questo ha influito sul nostro crescere serenamente, almeno parlo per me. Una volta intuivo se un amico fosse triste o felice, osservando la sua espressione; ora, a causa delle mascherine, questo è molto più difficile, se non impossibile. Quando cammino per strada, spesso non riconosco chi mi stia salutando per colpa di quell'odioso “quadratino di stoffa” che nasconde il suo volto.

Ricordo la prima volta che risultai positivo; non volevo dirlo ai miei compagni per la paura che la loro reazione fosse quella di escludermi per non essere a loro volta contagiati. Questo mi ha fatto comprendere come si può sentire un  “DIVERSO”.

Confido molto nella medicina, poiché credo possa essere l’unica scienza in grado di sconfiggere questo orribile “omino verde” perché è così che io immagino il COVID.

Il mio sogno? Svegliarmi una mattina, accendere la televisione e sentire la notizia che la “pandemia” è stata definitivamente sconfitta. (Rosso54)

Fotografia: OrnaW (Licenza Creative Commons - Pixabay)

venerdì 25 febbraio 2022

CONFLITTO UCRAINA - RUSSIA. La speranza in un disegno.


Stamattina un bambino ucraino ha portato a scuola il suo disegno. In calce c’era scritto “ce la faranno”. Come classe abbiamo deciso di trasformarlo in un “CE LA FAREMO” perché solo insieme si può costruire la pace e lo abbiamo appeso in bella vista sulla porta. Noi siamo piccoli ma, nonostante le lacrime, ci siamo. Ci impegniamo ad essere uomini e donne di pace. La classe 5d c’è!

martedì 22 febbraio 2022

Ciao Mikhele

Foto tratta dal sito di Telenord

La comunità di Rivarolo - e con lei, tutto l'Istituto Comprensivo - ha perso una giovane vita. Siamo ancora tutti sconvolti per quanto accaduto nello scorso fine settimana: un brutto incidente, condizioni cliniche disperate e la triste dipartita di un ragazzo che molti di noi ricordano ancora passeggiare lungo i corridoi della scuola o sorridere in classe con i compagni. E c'è chi lo ha conosciuto e ha voluto raccontare qualcosa.

Sono molto dispiaciuta per il povero Mikhele, deceduto nel mio quartiere mentre lavorava come porta-pizze. Ho avuto la fortuna di conoscerlo perché faceva parte del mio stesso gruppo scout ed era un amico di mia sorella. Sabato pomeriggio, mentre ero ad un incontro con i lupetti, una capo scout è scesa nel campetto in cui mi trovavo, piangendo e annunciando agli altri ragazzi la brutta notizia su Mikhele. Tutti loro si sono messi a piangere. Dopo poco, la maggior parte dei capi, compresa mia sorella, si è diretta in ospedale, tranne pochi che sono rimasti con noi ragazzini; ho visto la scena ed è stato molto toccante. Era davvero un bravo ragazzo, sempre pronto ad aiutare il prossimo e gentile con tutti. Il destino a volte ci riserva brutte sorprese ma, purtroppo, aiuta anche a crescere. Lui vivrà sempre nei cuori di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo. (farfalla010)

Era giovedì sera, a casa mia abbiamo ricevuto una chiamata: era successo un incidente gravissimo, vicino alla mia abitazione. In seguito ho saputo tramite la mia famiglia e i telegiornali chi fosse stata la vittima: era un mio connazionale, un ragazzo di soli 19 anni, che stava andando al lavoro. Incuriosita, chiedo a mia madre se lo conoscesse. Mi ha raccontato la sua storia. Era l’anno 2002, quando sua madre aveva in grembo Mikhele e attraversava l’Adriatico per cercare una vita migliore, scappando dall’Albania. Una volta venuti in Italia, si trovarono soli, senza lavoro, senza cibo e senza un tetto dove dormire; ma, nonostante tutto, la vita era bella. Si respirava l’aria di libertà, una famiglia onesta e lavoratrice, che cresce con sacrifici due figli meravigliosi. Uno dei due era Mikhele, che aveva il desiderio di aiutare i propri genitori. Io mi chiedo come si possa morire a 19 anni, avendo voglia di vivere una vita per cui lui aveva lottato insieme ai suoi genitori. Penso che sia inaccettabile mancare in questo modo: mi auguro che si faccia giustizia per questa perdita. (tulipano_11)

Mi viene da dire che la vita certe volte è molto ma molto ingiusta soprattutto con persone che non se lo meritano proprio. Penso anche che morire a 19 anni e, soprattutto, durante le ore lavorative, sia una cosa terribile. Sfortunatamente oggi le morti causate dagli incidenti sono frequenti perché la strada continua ad essere un pericolo. Oltretutto i due mezzi che si trovavano dietro di lui non si sono nemmeno fermati a prestare soccorso al ragazzo ma hanno proseguito per la loro strada: trovo questo atteggiamento irrispettoso e incivile. (Girl)