lunedì 24 dicembre 2018

SPECIALE PONTE MORANDI - Il tunnel di luci che unisce la città




Sabato 8 Dicembre in periferia (quartiere di Certosa) e nel centro di Genova  (Piazza De Ferrari) sono stati inaugurati due fasci di luce a forma d’arco, come per ricreare dei tunnel, sotto ai quali, ogni giorno  passano  migliaia di persone.
La creazione del tunnel di luce mi ha da subito incuriosito ed eccitata e mi sono immediatamente domandata quali fossero le ragioni e le motivazioni di un’opera del genere.
Credo che i due tunnel luminosi siano stati messi per collegare, almeno idealmente e simbolicamente, la stazione della metropolitana del centro con quella di Brin a Certosa (il quartiere che, dopo la caduta del ponte, era improvvisamente rimasto solo, isolato e distaccato dal resto di Genova).
Un dramma nel dramma - quello di Certosa - poiché, dopo ogni tragedia che colpisce una comunità, l’unica cosa che conta, per ricominciare a vivere, è rialzarsi  insieme e non sentirsi soli.
Certosa la mattina del 14 Agosto un secondo dopo il crollo si è ritrovata sola e abbandonata dal suo cuore, De Ferrari,  centro della splendida e unica signora del mare, Genova.
Ho saputo che è stato considerato il tunnel urbano più lungo d’Europa, credo raggiunga quasi i 60 metri.
Sono molto felice di ciò, dopo tutto quello che ha passato Certosa: una bella sorpresa natalizia ci stava, dopotutto è Natale anche per lei, no?
Ci voleva proprio un regalo così dopo tanta tristezza. Brin deve tornare ad essere felice e allegra come prima di quel maledetto 14 Agosto che ha segnato per sempre il suo destino…
Le autorità si sono date molto da fare per rinvigorire il quartiere: oltre al fascio di luce, hanno portato due abeti dal Trentino Alto Adige e li hanno piazzati, uno in Piazza Petrella e l’altro vicinissimo al luogo del crollo del ponte. Ovviamente anche questo è stato un gesto bellissimo da parte delle altre regioni, perché tutti hanno capito cosa si provi a vivere in una città spezzata in due.
Ho chiesto ad alcuni cittadini che cosa pensino di questo gesto e tutti hanno apprezzato veramente tantissimo: noi di Certosa siamo fieri delle persone che ci aiutano cercando di tirarci su il morale e ogni gesto d'aiuto è ben accetto.
In questo periodo tutti si aiutano, e, incredibilmente, solo la caduta del ponte poteva riunirci in questa città , anche la rivalità  tra i sampdoriani e genoani  sembra essersi un po’ allentata… tutti si sono uniti per aiutare un quartiere a pezzi anche i tifosi più accaniti.
Per me questo gesto è stato molto importante, ma credo che certi eventi dovrebbero  esserci sempre, a prescindere dalle tragedie.
(Marshmellow)

domenica 23 dicembre 2018

UN ATTORE IN CLASSE. Intervista a Dario Aita (quarta parte)

Gran finale. La 2aM si congeda da Dario Aita con le ultime domande. Quelle più difficili? No, quelle più spontanee.


DARIO AITA PRIVATO - Le domande che contano

Qual è il tuo rapporto con Genova ?
Con Genova ho un rapporto di odio e amore perché comunque è come casa mia, come Palermo. A Genova mi sono innamorato e ho cominciato la mia strada da attore.

Hai mai pensato di cambiare mestiere ? E cosa ti sarebbe piaciuto fare se fossi diventato attore ?
All'inizio volevo diventare un avvocato, avere una doppia laurea magari in scienze politiche e giurisprudenza. Guardavo spesso film che trattavano di avvocati. Spesso vorrei cambiare lavoro perché certe volte è  dura andare avanti. Poi, quando non ti riesce una cosa, ti disilludi e ti rendi conto che ti servono dei punti di riferimento forti.

Sappiamo che ti piace viaggiare quali paesi hai visitato?
Ho viaggiato molto in Italia,  ma ho toccato anche la Spagna, Repubblica Ceca e Londra ma la mia città preferita è Parigi anche se non ci sono mai andato. Mi piacerebbe anche New York ma meno: dell'America mi attraggono molto di più le città del Sud come Buenos Aires, Santiago...

Che rapporti hai con la tua famiglia? Ti hanno incoraggiato nelle tue scelte ?
Loro sono stati molto aperti non mi hanno mai ostacolato, ma erano molto dispiaciuti quando sono
dovuto venire a Genova, perché sarei stato lontano da casa. Per via del mio lavoro riesco a vederli abbastanza raramente .

Dove e quando hai conosciuto la tua ragazza ?
Ci siamo conosciuti a Genova, durante i corsi della Scuola di Recitazione del Teatro Stabile: all'inizio la detestavo poi ci siamo rivisti a Roma e ci siamo innamorati .

Che cosa ha di speciale la tua ragazza ?
Lei è la "specialità" in persona .

Sei contento della tua vita ?
Sì, sono molto contento perché faccio un lavoro che mi piace, se no, ora non sarei qui con voi. Ho ricevuto parecchi riconoscimenti dalla televisione, ma certe volte - lo ammetto -  questa felicità svanisce però la maggior parte delle volte è al massimo e mi dà forza. E sono contento perché ho una fidanzata che amo e che, soprattutto, è una donna fantastica.

Grazie per questa intervista! Ripassa a trovarci!
Certo! Grazie a voi.

(Fine)

Lavoro di stesura a cura di Marshmellow, Top Fisher, H2O e Uguale.

sabato 22 dicembre 2018

UN ATTORE IN CLASSE. Intervista a Dario Aita (terza parte)

Qui è sempre la 2aM: continuiamo il nostro viaggio intorno a Dario Aita. Oggi entriamo nel privato!

DARIO AITA PRIVATO - La scuola e le passioni

Come andavi a scuola?
Sono sempre stato un imbroglione e, nonostante studiassi poco, i professori tenevano conto del fatto che mi piacesse leggere il giornale e scrivere quindi ho sempre preso la sufficienza .

Come eri alla nostra età?
Il primo anno di scuola media ricordo che ho dovuto cambiare istituto perché litigavo con tutti i
bulli. Non mi piacevano le ingiustizie.

Hai mai preso 4 o sei mai stato sospeso?
No, non sono mai stato sospeso ma ho rischiato perché con un mio compagno volevamo entrare nel
bagno delle ragazze ma il piano è andato male: solo che il mio compagno è stato sospeso ed io no. Però ho rischiato per una scemenza e per qualcosa che non si deve fare. Invece il voto più basso l'ho preso in francese: 1 e mezzo!

Ti piacciono i videogiochi ?
No, non mi piacciono, ma da piccolo mi piacevano tanto. Ogni tanto ci ritorno, ma non ho molto tempo.

Ti piace il calcio?
No, però i mondiali li seguo sempre.

Hai mai pensato di giocare a rugby?
Sì, mi piacerebbe molto .

Sport preferito?
Per adesso faccio ginnastica dolce, yoga ma mi piacerebbe cambiare .

Cosa pensi degli haters?
Non ne ho tanti ma anche se li avessi me ne fregherei .

Ti piacciono gli animali?
Sì, amo i cani ma - lo ammetto - ho un po' di paura dei gatti. Avevo un cane che si chiamava Pam .

Cosa ami e cosa odi?
Amo andare nei boschi e la recitazione, invece odio le persone ingiuste e razziste.

(fine terza parte)

Lavoro di stesura a cura di Marshmellow, Top Fisher, H2O e Uguale.

venerdì 14 dicembre 2018

UN ATTORE IN CLASSE. Intervista a Dario Aita (seconda parte)

Un saluto dalla 2aM dell'IC Rivarolo. Proseguiamo il nostro viaggio intorno all'attore Dario Aita. Oggi vi parliamo del suo rapporto con il teatro e con il cinema. Buona lettura.
DARIO AITA E IL MESTIERE DELL'ATTORE
- Cosa provi quando reciti? Ti sei mai sentito nervoso ?
Sì, a teatro mi sento molto nervoso, perché provo emozioni fortissime, incontrollabili, visto che
in platea, spesso, c'è gente che conosco. Al cinema no: lì è tutto apparentemente più semplice e costruito.

Nei personaggi che reciti cosa c'è di te stesso?
C'è tutto di me perché è inevitabile. Anche quando il personaggio è molto diverso da me, cerco di
trovare elementi in comune, sentimenti che non conoscevo di lui.

Avresti mai pensato di raggiungere certi livelli?
Sinceramente no, perché abito a Palermo, in periferia, e lì i sogni sono difficili da “esaudire”. Una mia ex collega mi aveva convinto ad iscrivermi ad un corso di recitazione, ho fatto un provino, mi hanno detto che avevo talento e mi hanno accettato. Se si vuole fare l'attore si può provare ma bisogna avere talento, sennò si rischia di recitare da “cani”.

Quando sei in una località dove stai girando un film, ti capita di essere fermato per strada per foto o autografi?
Certo: nelle grandi città meno (a Roma, ad esempio, è normale incontrare attori per strada); molto di più nei centri piccoli.

Hai mai incontrato difficoltà nel tuo lavoro? Se sì, come le hai affrontate?
Sempre e dolorose. Alla vostra età, però, le difficoltà non le conoscevo. Una cosa che non ti riesce, fa male: quando diventi più grande, la superi provando e riprovando. Se non ci riesci ti rassegni perché la perfezione non esiste. Dài il massimo finché riesci e poi ti senti bene . 

Cosa consiglieresti a quei nostri coetanei che vorrebbero diventare attori ?
Consiglio di provare, anche se oggi viviamo in un mondo difficile, perché tutti vogliono diventare celebrità .  Tanta gente non è portata per fare l'artista. Invece si può studiare anche guardando con attenzione i film. Essere attori è difficile: bisogna iniziare con piccoli corsi .

Qual è l'oggetto di scena più imbarazzante che hai usato ?
La barba finta: in La mafia uccide solo d'estate mi dava un fastidio... mi grattavo in continuazione.

Dopo avere recitato un film ne vorresti fare un altro ?
Sì, sempre .

Spiegaci il set!
Eh... mica facile! Sul set lavorano molte persone: la produzione (che ci mette i soldi), che chiama il regista, direttore della fotografia, i costumisti, lo scenografo, il location manager, parrucchieri, truccatori, macchinisti, elettricisti… Mentre si gira, intorno al set, ci sono almeno 40 persone. 

Ti è mai capitato sul set di ridere così tanto da non poter andare avanti in una scena ?
Sì, molte volte! Una volta recitavo la scena di un funerale e il prete mi faceva ridere in maniera irresistibile.

Imparare a memoria: qual è il tuo trucco ?
Non esiste un vero e proprio trucco ma si possono fare degli esercizi: innanzitutto bisogna avere una memoria dissociata (ripeti la parte, mentre fai qualcosa d'altro con le mani, come mettere a posto degli oggetti). Ci sono tantissimi esercizi.

Ma i baci di scena sono veri o finti?
I baci sono veri, impazziti: molti lavorano fingendo, quindi i baci sono finti. Altri cercano di essere più veri. Diciamo che, pur nella finzione, i baci sono molto intensi.

La tua fidanzata è gelosa quando baci un'attrice sul set ?
Sì, da matti! Lei è attrice e regista, quindi figuratevi... ma poi le emozioni sul set svaniscono. All'inizio lo era di più perché interpretavo soprattutto fiction d'amore.

(fine seconda parte)

Lavoro di stesura a cura di Marshmellow, Top Fisher, H2O e Uguale.

L'articolo è anche presente in La Scuola Fa Notizia.

domenica 9 dicembre 2018

UN ATTORE IN CLASSE. Intervista a Dario Aita (prima parte)

Lo scorso giovedì 29 novembre 2018, il popolare attore Dario Aita è stato intervistato dagli alunni della 2aM dell'I.C. Rivarolo di Genova. Dario è stato disponibile e generoso nell'affrontare la selva di domande partite dai banchi . Oggi vi offriamo la prima parte... restate sintonizzati.


DARIO AITA, TRA TEATRO E CINEMA
A che età è nata la tua passione per la recitazione?
La mia passione è nata tardi: mi piaceva molto guardare film e a 15 anni ho pensato di fare il regista, ma per svolgere questo lavoro era necessario prima diventare attore. Solo dopo mi sono appassionato e ho continuato su questa strada.
Come ti è venuto in mente di fare l'attore?
Guardando film, mi piaceva la possibilità di raccontare storie sempre più importanti e questa esigenza mi ha  spinto a recitare .
 A quali film e serie tv hai partecipato?
Ho partecipato a diverse serie, molte ambientate in Sicilia e relative alla mafia e alla criminalità. Poi fiction di amore ad esempio L'allieva e Questo nostro amore. Ho recitato anche in qualche film: il primo è stato La prima linea che racconta di un gruppo di terroristi che organizzano l'evasione da un carcere .
Hai mai rivisto una tua serie tv in cui hai lavorato?
Sì, le rivedo tutte: a volte ne sono fiero, altre volte meno.
Ti sei emozionato lavorando nel film In nome del popolo italiano,dedicato alla figura di Pier Santi Mattarella?
Certo! È stato molto emozionante soprattutto durante la proiezione: è una storia che tocca da vicino soprattutto noi siciliani.
 Preferisci teatro o cinema?
Preferisco il cinema perché sono pigro e il teatro richiede molto lavoro e fatica, ma le sue storie sono più intense .
Hai mai recitato qualcosa non in italiano?
No, mai .
Chi sono i grandi attori a cui ti sei ispirato? Chi sono i tuoi modelli?
Il primo a cui mi sono appassionato è stato Leonardo di Caprio: da piccolo mi vestivo addirittura
come lui. Invece da grande mi sono ispirato a Gian Maria Volonté
 Con quale attore o attrice famosi ti piacerebbe recitare?
Sicuramente Leonardo di Caprio e Joaquin Phoenix.
(fine prima parte)

Lavoro di stesura a cura di Marshmellow, Top Fisher, H2O e Uguale.


venerdì 7 dicembre 2018

Tutti su Marte. Proprio come essere lì.

La sonda Insight (NASA/JPL-Caltech)

Oggi 25 Novembre 2018: la sonda  Insight è atterrata su Marte.
Ha posato le tre gambe sul suolo del pianeta rosso alle 20.47, dopo sette minuti di grande frenata, passando da 20.000 km/h a 8. In questi sette minuti dovevano andare alla perfezione alcuni passaggi pazzeschi: sganciamenti, inclinazioni perfette non un grado di più non un grado di meno, motori che si dovevano accendere e poi spegnere pochi minuti dopo l'atterraggio.
Appena è arrivato il segnale del "tutto ok", nel centro di controllo di Pasadena è scoppiata la gioia.
Nel 2012, e prima ancora del 2008, sono state lanciate altre due sonde, il Phoenix Mars Lander e Curiosity: questa volta le trivelle incorporate nella sonda arriveranno a scavare fino a 5 m di profondità, molto di più rispetto ai pochi cm delle precedenti sonde.
Ora Insight studierà il sottosuolo di Marte e la sua temperatura, con alcuni strumenti “Made in Italy”. Cosa ci dovrebbero fare capire? Come si è formato il pianeta e perché, pur avendo la stessa età della Terra, non sta avendo lo stesso destino. Cioè all'inizio la Terra e Marte erano molto simili: caldi, con molta umidità e con una spessa atmosfera. Circa tre miliardi di anni fa Marte smise di cambiare, mentre la Terra si evolse; quindi, confrontando i dati della Terra con quelli di Marte, si potrà capire come un pianeta cambi e riesca a portare la vita. Eccoci pertanto al grande quesito che ha guidato gli scienziati: ci sono altre forme di vita nell'universo?
Arrivando a capire che dietro all' evento c'è questa domanda, riesco a comprendere la gioia degli scienziati: si sono abbracciati, hanno fatto balletti e si sono dati il cinque. Dopo anni di lavoro la sonda è arrivata e il sogno può continuare. Per me è stata la prima volta che ho assistito ad un atterraggio in diretta. Mia nonna ha visto l'arrivo sulla Luna negli anni Sessanta!
Con la mia famiglia eravamo davanti alla televisione (per paura di perdere l'attimo, abbiamo aspettato a cenare) e abbiamo vissuto la tensione e la paura dei sette minuti che potevano cambiare tutto.
Dopo film di viaggi nello spazio, finalmente mi sento di avere assistito ad un viaggio vero e chissà, magari, in futuro, proprio grazie alla sonda Insight scopriremo una nuova forma di vita ed  io potrò dire di aver fatto parte della squadra degli scienziati. Mi è piaciuto raccontare sul momento quello che ho visto. Magari fra qualche giorno avrò le idee più chiare ma raccontare mentre succede è proprio bello. (Bomber)

L'articolo è anche presente su La Scuola fa Notizia (Dire.it).

domenica 2 dicembre 2018

LE INTERVISTE IMPOSSIBILI - Colombo ama il pesto

Da Commons.Wikimedia (CC BY-SA 3.0 )
Dopo avere studiato le gesta dell'esploratore più famoso della Storia, il nostro reporter Cucciolo è salito sulla macchina del tempo ed ha intervistato Colombo.


Buonasera signor Cristoforo Colombo
Buonasera anche a lei.

Ha mai pensato che le sue caravelle sarebbero affondate?
Sì, tra i miei mille pensieri ho riscontrato anche questo ma non gli ho dato molta importanza.

Si sarebbe mai portato del pesto o sugo di pomodoro lungo il viaggio ?
Beh, da buon genovese ovviamente mangerei il pesto anche sopra la carne ma non oso pensare ad un piatto di pasta al pomodoro (anche perché... che cos'è un pomodoro?)

Riguardo al calcio, lei per chi tifa?   
Tifo la Sampdoria visto che nello scudetto c'è un marinaio in cui mi ci rivedo molto.

Le sarebbe mai piaciuto diventare il padrone della Lanterna?
No, però sarebbe stata un bella responsabilità perché avrei compromesso lo sbarco di molte navi.

Cosa ne pensa della rimozione della sua statua, in America?
Per me è una grande delusione visto la fatica e il viaggio che io ed il mio equipaggio abbiamo affrontato.

Arrivederla signor Colombo è stato un piacere. Grazie!
Piacere mio, arrivederla.
(Il Cucciolo)

L'articolo è anche presente su La Scuola fa Notizia/Diregiovani.it .

sabato 1 dicembre 2018

SPECIALE PONTE MORANDI - Una città divisa in due

Foto tratta dalla pagina Facebook del gruppo Quelli del Ponte Morandi

Della tragedia del Ponte Morandi se ne è già discusso in molti modi (giornali, tv, radio, Internet...) e se ne parlerà ancora chissà per quanti anni. Sono consapevole della tragedia che ha colpito le vittime, i loro familiari e amici, gli sfollati e il commercio. Vorrei anche provare ad illustrare come sia cambiata la vita per i cittadini che non sono stati colpiti direttamente da questo fatto.
Tutti coloro che dalla Valpolcevera si spostano verso il centro hanno dovuto cambiare le proprie abitudini. Infatti per un certo periodo per spostarsi si doveva usare solo la metropolitana, essendo chiuse tutte le strade e la ferrovia. Le persone, pertanto, erano costrette a uscire di casa molto prima rispetto al solito perché c’era molta folla che utilizzava la metropolitana e si formava una vera e propria coda di persone.
Oggi sono state riaperte due strade (corso Perrone e Via 30 Giugno) che passano sotto i resti del ponte ma, invece di aiutare la viabilità, continuano a formarsi ulteriori ingorghi.
La mia vita è cambiata da quel giorno. Ho provato dolore per le vittime e ho compreso che sarei potuto essere anche io una di loro, perché spesso passavo sul ponte o sotto di esso.
Ho la sensazione che la città si sia divisa a metà. Per me, che abito al di là del ponte, mi sembra di non essere più cittadino genovese. Il centro di Genova mi sembra sia diventato un posto quasi irraggiungibile perché, a causa della difficoltà che abbiamo negli spostamenti, spesso non si riesce ad arrivare alla nostra meta nei tempi che avevamo programmato.
Parlando con persone che abitano in altri quartieri di Genova mi sono reso conto che loro non hanno idea delle difficoltà che stiamo subendo e della catastrofe che è stata.
So che i nostri disagi sono passeggeri mentre per molti la vita è cambiata per sempre.
(Lego)

domenica 25 novembre 2018

SPECIALE - GIORNATA MONDIALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE. La parola ai ragazzi



Anche Genova si è mossa con l'hashtag #nessunascusa, simbolo della campagna social della Regione Liguria a cui hanno aderito molte persone ed enti (tra i quali anche l'Istituto Comprensivo Rivarolo), durante la settimana che ha portato al 25 novembre 2018. Ma i ragazzi della nostra scuola, che ne pensano di tutto ciò? Ecco alcuni loro pensieri in libertà. Buona lettura. 



Per me la violenza sulle donne è un atto incivile, insensato e barbaro, ma la domanda è: perchè l'uomo violenta, picchia, UCCIDE le donne senza un motivo valido? L'idea che l'uomo si ritenga superiore ad esse è da ABOLIRE!

Per questo bisogna CAMBIARE.  #nonènormalechesianormale (Students Who)


Queste parole le rivolgo a tutte coloro che hanno subito violenze nel corso della loro vita: quello che è passato è passato; questo è il presente a va vissuto il meglio possibile. Se avete bisogno di consigli, parlatene con le persone che sono sempre al vostro fianco, non abbiate paura di nessuno e,se state vivendo un brutto momento, combattetelo e non arrendetevi mai! Queste sono le parole che vi dico! (Bftsaps)


Purtroppo rifletto sul fatto che, ancora oggi, la violenza contro le donne sia un fenomeno diffuso anziché in via d'estinzione.
Al riguardo, vorrei esprimere il mio pensiero con queste brevi frasi:
Ricoprila di baci, non di lividi.
Il vero uomo abbraccia . . . non percuote.
Se la ami davvero dimostraglielo con il cuore, non con le mani. (Cucciolo 06)


Quello che una giornata come questa deve far capire a tutti noi è che per tutto l'anno bisogna credere nel no alla violenza. Potremmo dire che vale questa formula: 
25(novembre) x 365(gg) = 1 (mondo migliore)
(Bomber)


La violenza sulle donne è ormai diventata una routine, tutti i giorni, leggendo i giornali o guardando il TG sentiamo storie di donne maltrattate, picchiate e che molte volte subiscono violenza fino ad essere uccise, nel maggior parte dei casi in maniera brutale.
Il fatto più grave, secondo me, è che nella maggior parte dei casi, gli assassini sono persone che queste donne amano/hanno amato, e ciò mi fa riflettere…  Perché uccidere per amore? Semplice, la gelosia. La  gran parte dei femminicidi, provocati da fidanzati/mariti, è proprio per colpa della gelosia.
Molte volte, però, le donne che subiscono violenza non riescono a trovare la forza di denunciare per paura, quella paura che non dovrebbe nemmeno esistere.
Dovremo tutti quanti imparare ad essere sensibili alla violenza e combatterla.
Domenica 25 novembre è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne e ci saranno manifestazioni in tutto il  mondo.
Spesso ho sentito dire che la donna non si tocca nemmeno con un fiore, ma evidentemente queste ignobili persone non hanno la sensibilità di capire una frase così.
Le persone che fanno del male ad una donna dovrebbero ricevere più dei soliti anni di carcere, perché la vita di una donna non torna indietro.
STOP ALLA VIOLENZA!  (Marshmellow)


Questo è un giorno importante perché ricorda a ognuno di noi che le donne devono essere rispettate e amate come loro stesse fanno con tutti.
Penso che non bisognerebbe neanche ricordare un giorno come questo perché dovrebbe essere una cosa scontata rispettare la donna ogni giorno dell'anno. (Luna)


sabato 24 novembre 2018

AMBIENTE - Un mare di plastica.

Archivio NOAA Marine Debris Program (foto CC tratta da Flickr)

Eccovi i link ai tre articoli scritti da Marshmellow.




AMBIENTE - Un mare di plastica (terza parte)

Archivio NOAA Marine Debris Program (foto CC tratta da Flickr)

Il problema è molto più grave di ciò che si possa pensare; infatti anche le acque più cristalline del pianeta, sono in realtà inquinate e infestate da miliardi di minuscoli frammenti di plastica quasi invisibili.
L’uomo dovrebbe capire che questo problema, tra pochi anni, sarà una vera e propria tragedia, quindi intervenire vietando quasi completamente la produzione e la vendita della plastica a favore di materiali completamente riciclabili. Mio padre mi ha raccontato che quando era bambino lui, il latte e l’acqua si compravano in bottiglie di vetro che poi, una volta svuotate, si rendevano per essere poi riutilizzate. A me sembra che quella fosse una soluzione molto più intelligente che produrre bottiglie in plastica monouso destinate poi all’immondizia. In questo senso invece di migliorare abbiamo peggiorato.
Per guarire un simile male che affligge i nostri oceani (quindi la nostra stessa vita), l’impegno deve essere immediato e da parte di tutti.
Gli Stati dovrebbero vietare l’uso della plastica, quando se ne può fare a meno; vietare i prodotti  monouso, ma non solo: dare pesanti multe a chi continua a produrla e usarla solo per risparmiare.
L’impegno deve essere da parte di tutti a partire da ogni singola persona che dovrebbe  capire che anche il più minuscolo oggetto in plastica, una volta gettato in terra o in mare e quindi  immesso nell’ambiente ci resterà per sempre con effetti devastanti per la sopravvivenza del pianeta. (fine - Marshmellow)

venerdì 23 novembre 2018

AMBIENTE - Un mare di plastica (seconda parte)

Archivio NOAA Marine Debris Program (foto CC tratta da Flickr)

Ho visto in un documentario che mostrava come, nel bel mezzo dell’oceano Pacifico, tra le isole Hawaii e la California, esista un’area grande tre volte la Francia, costituita da circa 80.000 tonnellate di rifiuti, per la maggior parte di materiale plastico, portate dalle correnti dell’oceano; un ammasso di  bottiglie, tappi, sacchetti, cassette, imballaggi e plastiche di ogni tipo.
Si calcola che ogni anno 8 milioni di tonnellate di plastica finiscano negli oceani, uccidendo specie e organismi marini di ogni genere;  i rifiuti plastici non dovrebbero mai più arrivare in mare.
Per fare ciò sarà fondamentale l’eliminazione di imballaggi in plastica, prodotti monouso non effettivamente necessari attraverso innovazioni tecnologiche, realizzazione di imballaggi riciclabili al 100%, completamente biodegradabili ossia capaci di decomporsi in maniera naturale nell’ambiente e comunque privi di sostanze chimiche pericolose per la salute. In questi anni, un importante passo in tal senso lo abbiamo fatto per esempio passando dall’uso di sacchetti in plastica a quelli costituiti da fibre naturali di origine vegetale che sono completamente riciclabili.
Queste plastiche, una volta riversate in mare, vengono erose fino alla formazione di microplastiche, veri e propri killer della catena alimentare che finiscono per essere ingerite dai pesci e quindi poi da noi quando li mangiamo. fine seconda parte(Marshmellow) CONTINUA 

giovedì 22 novembre 2018

AMBIENTE - Un mare di plastica (prima parte)


Talvolta esistono argomenti che richiedono tempo e spazio. La nostra Marshmallow si è cimentata in un approfondimento personale sui danni provocati dalla plastica. Eccovi la prima parte del suo ampio articolo.


La nostra società è basata su ritmi di vita sempre più frenetici: il tempo a disposizione da poter  dedicare anche ai  gesti più naturali - quali procurarsi il cibo e mangiare - è sempre meno. Nelle nostre città corriamo sempre da una parte all’altra, per recarci a scuola o al lavoro; abbiamo mille impegni, il traffico è sempre più caotico e ci costringe a volte a passare ore in macchina... Insomma il problema sembra essere che le persone non hanno più tempo per nulla ed ecco che allora sono cambiate anche le nostre abitudini alimentari.
Rispetto ad una volta si mangia in fretta e non si cucina quasi più, ma al limite, spesso, per far prima si riscaldano cibi già pronti e confezionati, tutti prodotti, usa e getta, preparati in confezioni costituite quasi completamente da plastica che poi finiscono nella spazzatura che nella migliore delle ipotesi finisce in discariche, e che invece in molti altri casi, per colpa dell’uomo finiscono nell’ambiente e nei nostri mari.
Un giorno, tornando dalla spesa, ho notato che senza imballi inutili e confezioni voluminose sarebbero bastati la metà dei sacchetti.
Questa plastica non arriva solo dalle confezioni di qualsiasi cosa che compriamo , nei nostri mari, sui fondali, troviamo pneumatici abbandonati, milioni di bottiglie e oggetti di ogni genere.


I nostri oceani finiscono così per risultare soffocati dalla plastica, si stanno trasformando in vere e proprie discariche di prodotti e sostanze nocive che generano problemi enormi per specie animali e vegetali. La soluzione per salvarli deve essere rapida e globale - fine prima parte. (Marshmellow) CONTINUA

SPECIALE PONTE MORANDI - La 1a E a Genova Nel Cuore. Il video.


Video presentato dalla 1aE della Scuola Secondaria di Primo Grado Ugo Foscolo dell'Istituto Comprensivo Rivarolo al concorso "Genova nel Cuore", indetto da dal Ministero dell’Istruzione, Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione e la Partecipazione – in collaborazione con la Regione Liguria.  Il lavoro è stato premiato al Salone dell'Orientamento di Genova lo scorso 14 novembre 2018. Complimenti ai ragazzi e alle insegnanti (professoresse Obertello, Rosati e Torrisi).



Ulteriori info sul contest qui.

Eccovi il video dal canale Youtube de Lo ScrivarolON-LINE




domenica 18 novembre 2018

LE INTERVISTE IMPOSSIBILI - Dante tifa viola

Libera elaborazione con The Gimp (CC software)

Oggi è domenica: intervistiamo Dante Alighieri, poeta (e tifoso) fiorentino.


-Signor Dante Alighieri, ci racconti di sé
-Sono nato a Firenze nel 1265, quindi ho 853 anni e i miei genitori erano Alighiero di Bellincione e Bella Degli Abati, mio padre era un cambia valute e mia madre una casalinga. Nel 1283 io, Lapo e Guido abbiamo creato il dolce stile nuovo, ispirandoci al nostro maestro Guido Guinizzelli. Nel 1287 mi sono sposato con Gemma Donati ma era un matrimonio d' interesse e con lei ho avuto 3 figli: Antonia, Pietro e Jacopo. Ah, mi sono dimenticato di Beatrice, ragazza bellissima ed io ne andavo pazzo... quando morì, io scrissi la "Vita Nuova ", metà in prosa e metà in poesia. Una lunga storia...

-Ma la sua vita è sempre stata così tranquilla ?
-Per un  certo periodo sì, ma nel 1301 la mia esistenza ebbe un cambiamento: fui cacciato da Firenze, dai Neri e diventai un esule. Iniziai a vagare per varie località, tra nel Casentino dove trovai una famiglia di esuli che ospitava altri espatriati. Di lì a poco cominciai la "Divina"...

-In questo periodo finì di scrivere qualche opera ?
-Ovviamente trovai il tempo di scrivere e completai il De Vulgari Eloquentia (che è un trattato sulla lingua italiana, scritto in latino); conclusi il Convivio.

-Conobbe personaggi famosi ?
-Io ero amico di Giotto e lo andai a trovare a Padova; provai ad incontrare anche l'imperatore Arrigo VII ma peccato che morì prima: forse, lui sarebbe riuscito a farmi tornare a Firenze... 

-Lei ha scritto la Divina Commedia, ce la racconti.
- Una domandina facile facile, eh... Sì, scrissi quest'opera divisa in 3 cantiche: Inferno, Purgatorio e Paradiso, per un totale di 100 canti.

-Cosa pensa della gente che parla di lei?
-Sono orgoglioso di questo: nelle scuole si narra di me e delle mie opere, di questo ne vado fiero. Quando imitano il mio linguaggio a teatro, talvolta lo si usa per divertire il pubblico, come fa l'amico Maurizio Lastrico...

-Ha mai avuto l'idea di lavorare come insegnante?
-Mi sarebbe piaciuto molto, ma con i ragazzi avrei preferito un incontro in cui parlo della mia vita.

-Che ne pensa dei ragazzi di oggi?
-Penso che vivano la moda di internet in modo sbagliato, per questo " trascurano " la lettura.

-Lei è tifoso o simpatizzante di qualche squadra calcistica ?
-Il mio cuore è viola, come la Fiorentina. Qualche volta vado allo stadio, ma nessuno mi vede...

-Grazie Dante, è stato un piacere conoscerla,spero di intervistarla a Firenze.
-Grazie a lei.

                                                                                                                                      Dark Joker

mercoledì 14 novembre 2018

NO AL RAZZISMO - Una bomboletta di stupidità

Creative Commons Lic. (Pixabay)

Il razzismo è un fenomeno che, purtroppo, sta diventando sempre più diffuso nel mondo. Ultimamente si sono verificati numerosi atti di razzismo in Italia; uno di questi è successo a Bari e mi ha molto impressionato.
Un bambino di colore di 8 anni usciva dal doposcuola per tornare a casa; nel cammino verso casa ha incontrato alcuni ragazzi che imbrattavano le auto con la schiuma di una bomboletta spray. Il bambino, che li conosceva, ha tentato di farli desistere e loro lo hanno ripagato, aggredendolo, cospargendolo di schiuma e umiliandolo con la battuta "bianco è meglio che nero."
Questa è una frase molto pesante: quando ho letto la notizia mi son sentito addosso un senso di angoscia e di tristezza. La madre del bambino di 8 anni ha paura che suo figlio cresca con il pensiero che bianco sia meglio che nero, un concetto sbagliato perché il colore non deve influenzare il carattere di una persona.
Penso che la cosa più importante di una persona sia il suo modo di comportarsi, quello che ha dentro non  il colore della sua pelle. Discriminare una persona, perché è nera, è insensato e di questo se n'è sempre parlato, ma la gente, per fortuna non tutta, non vuole capirlo. Il problema sussiste quando la gente ignora ciò e, per quanto testarda, non si è trovato un modo per farla ragionare.  
Io ho amici di colore e sono pronto a difenderli da chiunque li insulti perché li considero ragazzi come me. (studente IC Rivarolo)

SPECIALE PONTE MORANDI: era un bambino

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"Ciao sono un bambino di 8 anni. Ero pronto a partire per le vacanze con i miei genitori. Dovevo attraversare quel Ponte, ma purtroppo l’ho attraversato nell’attimo sbagliato: il 14  Agosto alle 11:36. Il buio. La mia vita è stata spezzata. Ora non posso più giocare, divertirmi e ridere con i miei amici. Non posso più abbracciare, toccare e sentire la voce del mondo... Sono un bambino che non può nemmeno più piangere."
(testo di fantasia di James Bond 007)

domenica 11 novembre 2018

BESTIARIO - I Vip delle acque interne

Piranha (Licenza Creative Commons - Pixabay)

Inauguriamo una nuova rubrica dedicata al mondo degli animale e si parte dai pesci con un articolo di un vero esperto, Top Fisher (fatevi un giro nei corridoi della scuola e chiedete... ).

Vip, perché? Vi spiegherò secondo me quali sono i più grandi e feroci pesci dei fiumi nel mondo.
Molte persone temono gli abitanti delle acque interne perché non li conoscono: vi svelerò qualche piccolo segreto su di essi.
La maggior parte dei pesci sono carnivori e circa il 70% non vive in Europa, parecchi in Africa e in America...
I piranha. Tutti pensano che uccidano e distruggano tutto quello che incontrano, ma non è proprio così! Un certo Jeremy  Wade  si è immerso in una vasca piena di questi "piccoli diavoletti" che non venivano sfamati da giorni, lui era in perfetta forma quindi non aveva tagli, ferite e sangue sul corpo... Indovinate un po'? Non lo toccarono nemmeno. "Il che è strano" pensò, quindi legò ad una lenza un pezzo di carne di suino sanguinante e loro la attaccarono uno dopo l' altro. Il mito, secondo cui i piranha distruggaerebbero tutto, è sfatato perché attaccano solo le prede ferite; poi può capitare che uccidano anche animali sani solo perché la natura è imprevedibile. Esistono anche piranha erbivori che mangiano bacche e noci ma non bisogna confonderli con il piranha nero che ha un colore simile al loro.

Uno dei pesci più grandi dei corsi d'acqua è il pesce siluro d'Europa (da non confondere con il pesce gatto) originario del fiume Danubio, importato nelle nostre acque per eliminare un'altra specie ma... la situazione è degenerata! Ha iniziato a distruggere tutta la fauna. Hanno provato a eliminarlo o almeno a diminuire gli esemplari ma era tardi: il pesce si riproduceva troppo in fretta e aveva iniziato "il suo piano di eliminazione". Ora ha incominciato a placare la sua furia ma, quando lo si avvista in un piccolo corso d'acqua, sarà difficile vedere altri pesci.
Ora pescare questo pesce è diventato uno sport ("il catfishing ") solo che la sua carne non è molto buona e i pescatori,  giustamente, gli restituiscono la libertà. Tutto ciò, però, comporta una multa non troppo salata ma è sempre una multa. I suoi piccoli occhi non sono sviluppati come quelli di altre specie (cavedano, trota...); per cacciare utilizza i suoi barbigli che sono situati sulle estremità della bocca; appena toccano qualcosa il pesce apre la bocca e aspira l'acqua insieme alla preda. Uno degli esemplari più belli è il pesce siluro giallo.

Un'altra specie bella che vive anche nei fiumi europei è lo storione bianco. Può arrivare a più di 2,50 m di lunghezza, il suo colore è tendente al "grigio freddo", è un pesce molto possente, sotto la pelle molto spessa ha dei muscoli incredibilmente forti; come ulteriore protezione possiede delle scaglie estremamente dure. Come il pesce siluro vive sul fondo di fiumi e laghi, quindi la visibilità è scarsa e non devono rincorrere le prede le risucchia nella sua larga bocca. Lui è un animale tranquillo e a volte risale in superficie. (Top Fisher)

giovedì 8 novembre 2018

SPECIALE PONTE MORANDI - Il Ponte e il silenzio.


Disegno di Ninna009

Il 14 agosto alle ore 11:36 il ponte Morandi crollò all'improvviso, nessuno sapeva niente e nessuno si aspettava niente, lasciando molti feriti e molte vittime. Un ponte lunghissimo di 51 anni, crollato nel momento sbagliato. Persone senza casa, persone senza vita, persone con disagi di tutti i tipi, gente che sapeva e non ha detto niente. Chissà per quanto tempo tutto ciò, chissà per quanto tempo ancora, gente senza lavoro. Il 14 agosto alle 11:36 crolla il ponte Morandi lasciando 43 vittime di cui 4 bambini e 39 adulti. (ninna009)

sabato 3 novembre 2018

Rolli Days a Genova

Genova - Palazzo Spinola di Pellicceria (fotografia di Dark Joker)

Il 13 e 14 ottobre 2018 a Genova si sono svolti i Rolli Days: "rolli", al singolare "rollo", che significa rotolo:erano i 5 elenchi in cui sono stati pubblicati i nomi dei palazzi candidati ad essere ad essere estratti a sorte in caso di arrivo a Genova di personalità illustri; questo avveniva in pieno Rinascimento,  tra il 1500 ed il 1600. Le strade nuove e il sistema dei palazzi dei Rolli di Genova sono un sito patrimonio dell’umanità UNESCO .
Sfortunatamente non sono riuscito a vederli tutti, ma quei pochi che ho visto mi hanno affascinato molto, tra cui il palazzo Antonio Doria poi Spinola, Palazzo Nicolò Lomellino,Palazzo bianco, Palazzo Rosso, Palazzo Gerolamo Grimaldi detto anche Palazzo della Meridiana,  Palazzo Nicola Grimaldi e infine la Villa Di Negro Rosazza.
La stanza che ho trovato più ricca di storia è la Sala  Donatori di Palazzo Spinola: questa  conteneva le divise militari di Marina accompagnate dalle medaglie  e un albero genealogico delle famiglie più importanti genovesi.
Girando per i vicoli e per i Rolli ho visitato la chiesa di San Pietro in Banchi, un progetto del 1572: prima di questa chiesa c' era un edificio religioso che è stato distrutto nel XIV secolo durante la lotta di fazione tra Guelfi e Ghibellini: al suo interno si può notare il catino absidale in stucco (unica a Genova).
Quest'anno è la seconda volta che propongono le aperture dei Rolli.
Spero di riuscire a vederli tutti alla prossima occasione.
(Dark Joker)

Genova - Palazzo Spinola di Pellicceria - Sala Donatori (fotografia di Dark Joker)


lunedì 29 ottobre 2018

PENSATOIO - Mareggiata a Cogoleto

Cogoleto, 28 ottobre 2018

Il mare:  una immensa distesa d’ acqua, affascinante, che genera spettacoli meravigliosi  soprattutto in giornate come queste dove la sua maestosità e forza fanno davvero paura. È questo ho visto oggi lungo la passeggiata di Cogoleto, una mareggiata pazzesca. Il colore del mare era marrone , increspato da creste di schiuma bianca, le onde gigantesche si infrangevano rumorosamente, coprendo tutto quello che quest’estate era la spiaggia con le lunghe file di ombrelloni e lettini, dove giocavo spensierato.
Un vento burrascoso, ma non ancora freddo, carico di salsedine soffiava con potenza, deciso a spettinarmi e riempirmi di sale. Gli schizzi si alzavano altissimi sugli scogli come fuochi d’artificio bianchi, ma io non avevo paura , conosco la furia del mare, i bagnini fin da quando ero piccolo mi hanno istruito dicendomi che il mare è un “principe” che si può trasformare in una “bestia” feroce, bisogna rispettarlo e starne a giusta distanza per evitare il pericolo.
Anche il cielo era cupo, con un color grigio scuro minaccioso e carico di pioggia, le nuvole si muovevano velocemente come se stesse arrivando un uragano.
Come tutte le volte che assisto ad una mareggiata rimango sbalordito. Penso a quanto  la natura sia forte ed incontrastabile perfino alle imponenti costruzioni umane.
(James Bond 007)

mercoledì 5 settembre 2018

SPECIALE PONTE MORANDI - 14 agosto 2018. Una data che non scorderemo.


Quella del 14 agosto 2018 sarà una data che tutti ricorderemo per sempre con tristezza e rabbia.
Ciò che è accaduto ha lasciato delle ferite che si rimargineranno difficilmente e a fatica.
Erano le ore 12 circa, quando a Genova è crollato il ponte Morandi, il viadotto sul torrente Polcevera che serve l’autostrada A10. Il viadotto è alto quasi 50 metri e cedendo ha portato con sé decine di automobili e mezzi che lo percorrevano. Le vittime accertate di questa tragedia sono 43, e, purtroppo, ci sono anche dei bambini.
Tantissime auto sono rimaste schiacciate e incastrate dai detriti del ponte crollato e alcuni mezzi pesanti come camion sono finiti nel torrente.
Le immagini che abbiamo visto tutti sono apocalittiche e non le potremo mai dimenticare. Genova è sotto shock.
Rientrando dopo le vacanze estive, ho avuto la sensazione di una città a lutto  e vedere il ponte tranciato in due, le macerie, la presenza di vigili ovunque e la disperazione della gente, mi ha fatto pensare ai postumi di un terremoto.
Questa è una tragedia mondiale, ne hanno parlato in tutto il mondo e fortunatamente c’è stata tantissima solidarietà e aiuti da parte di volontari anche di altre regioni.
Ho pensato che se fosse successo in un altro periodo dell’anno e non sotto un nubifragio, sarebbe stato molto peggio perché ci sarebbero state molte più persone in movimento, quindi molte più vittime.
Questa tragedia ha toccato veramente tutti perché chiunque di noi poteva trovarsi su quel ponte o sotto. Questo pensiero fa rabbia ai genovesi. Mio papà, per esempio, lo attraversava tutti i giorni per lavoro e anche quella settimana ci era passato qualche giorno prima alla stessa ora.
Sembra impossibile che nel 2018 possano succedere tragedie del genere, spero che vengano accertate le responsabilità.
Adesso la città deve essere unita e ognuno dovrebbe contribuire (come può) ad essere solidale.
Sono sicura che Genova ce la farà e tornerà ad essere la bellissima città che viene chiamata “Signora del mare”.
Marshmallow