Cara Anna,
oggi, 27 gennaio 2012, è stata una giornata lunga a scuola: il nostro professore di Lettere ci ha parlato della persecuzione degli Ebrei e di come i nazisti li uccidevano nel campo di sterminio di Auschwitz in Polonia. E’ stato commovente e, nel contempo, triste e terrificante. A quei tempi era difficile la vita per un Ebreo: quando ho sentito che i bambini non potevano recarsi a scuola con gli altri sono rimasta a bocca aperta; per poco non mi mettevo a piangere quando ho visto le condizioni di vita nel campo di concentramento, e pensare che qualsiasi persona (ebrea, musulmana, cristiana, cattolica) dovrebbe avere gli stessi diritti di poter vivere liberamente, istruirsi, avere un lavoro e la speranza di un futuro. Se ci fossi stata io, non avrei saputo come vivere: con la paura della morte, con la speranza di tornare a casa un giorno.
Trovo assurdo che a dei ragazzi vengano negati la speranza di realizzare i propri sogni a causa della discriminazione razziale.
Martina S. (1aM)
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