A questo
incontro sono state presenti molte persone di varie età, ma anche
rappresentanti delle autorità genovesi.
Questa serata
è stata molto emozionante, triste e ci ha fatto capire che gli esperimenti non
dovrebbero essere fatti su cavie umane e noi, le generazioni future, non
dobbiamo commettere gli errori compiuti da Hitler e i suoi seguaci.
All'inizio
della seconda guerra mondiale i nazisti cominciarono a sterminare gli ebrei e
gli zingari perché erano considerati delle razze impure. Li portavano nei campi
di concentramento in Polonia, dove venivano etichettati con un numero, venivano
rasati i capelli, erano vestiti come i carcerati, cosi non potevano
riconoscersi ed erano divisi tra uomini, donne e bambini.
Rita Prigmore
è nata il 3 marzo 1943 a Wuerzburg in Germania, ha gli occhi verde smeraldo
e i capelli neri.
Suo padre di
giorno costruiva cesti e alla sera suonava in un gruppo composto da sette
persone e la madre di giorno lavorava in una fabbrica e alla sera era una
danzatrice. La sua famiglia fu obbligata a spostarsi in un appartamento da una
stanza e mezzo. Dopo qualche tempo i tedeschi si sono presentati a casa loro
portando un foglio dove la madre doveva scegliere tra: essere sterilizzata o deportata
ad Auschwitz. Lei firmò il contratto, ma prima di venire sterilizzata rimase
incinta e i dottori fecero dei controlli e scoprirono che era incinta di due
gemelle. Le misero davanti un altro foglio le cui condizioni erano: essere deportata ad Auschwitz
oppure lasciare i figli ai dottori tedeschi. Così nacquero Rita e sua sorella
Rolanda.
Dopo la
nascita, la madre non vide le figlie, ma quando andò a visitarle, dopo tante
suppliche, ne mostrarono solo una. Lei chiese dove fosse l’altra e l’infermiera
la portò in bagno e le fece vedere la piccola morta che aveva la testa bendata.
La madre si
spaventò e rapì la figlia viva e la portò nella chiesa di S. Rita e la battezzò
con il nome Rita.
Dopo cinque
settimane i nazisti vennero a riprenderla e la madre non la vide più per un
anno, fino a quando i nazisti persero la guerra.
Da piccola
andava a scuola ma non riusciva a seguire le lezioni per i forti mal di testa, allora
fu esonerata. Si spostò negli USA dove si sposò ed ebbe due figlie.
La madre non
gli disse niente del passato, ma quando Rita ebbe 36 anni le forti emicranie
ripresero, pertanto sua madre si decise di raccontarle il suo vissuto.
Decise assieme
alla madre di andare a raccontare in giro per il mondo la loro storia in
memoria di sua sorella Rolanda, ma da qualche tempo sua madre non c’è più. (G.A., 1aM)
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