martedì 21 febbraio 2017

Scelte di vita. Scelte di Fede. La storia di Suor Josephine

Quando una lezione di Religione della professoressa Armanni si trasforma in un incontro importante. E' successo la scorsa settimana in 2aM. e la penna è dell'alunno Paolo.

Mercoledì 15 febbraio è venuta nella nostra classe suor Josephine, che risiede nella chiesa di San Giovanni Battista alla Costa di Begato e ci ha parlato della sua vocazione. Ella è originaria delle Filippine, da piccola era una bambina molto vivace, ma un giorno, mentre ritornava da scuola, disse ai suoi genitori che voleva intraprendere una strada riguardante la Chiesa, ovvero diventare suora. Nonostante la reazione contraria di mamma e papà, Josephine entrò in convento e si trasferì in Italia.
Io sono rimasto molto colpito della sua forza di volontà. Ella è riuscita a coronare il suo sogno, nonostante i suoi genitori fossero contrari; ci vuole coraggio a lasciare il suo paese d’origine e la sua famiglia per trasferirsi in un'altra città. Mi ha impressionato molto anche il suo senso materno, nonostante ella non abbia figli. È molto disponibile ad aiutare qualsiasi persona o famiglia in difficoltà, offrendo tutto il suo tempo alle persone bisognose.

Suor Josephine due volte alla settimana si reca alla mensa delle scuole per ritirare il cibo non utilizzato per donarlo: lei non possiede niente, quello che le vien donato lo utilizza insieme alle sue consorelle per la chiesa. Anch’io svolgerei questo servizio perché mi piace aiutare le persone e le famiglie in difficoltà. Mi auguro di ricordarmi di lei e del suo esempio nel corso della mia vita. Spero per me che le parole dette da suor Josephine possano essermi d’aiuto per compiere atti  di bontà. (P.G, 2aM)

sabato 18 febbraio 2017

Il monologo di Polonio. Quando Shakespeare ci parla (ancora)

La lettura del monologo tratto da Amleto di Shakespeare presenta diversi consigli che il padre Polonio dà al figlio Laerte, prima per la partenza di quest’ultimo per la Francia.
Tra i precetti paterni ce ne sono alcuni che sento più vicini alla mia esperienza e alla mia personalità. In particolare, ho trovato molto attuale quello in cui il padre esorta Laerte a rimanere sempre fedele a se stesso.

Ma soprattutto tieni questo in mente:
sii sempre, e resta, fedele a te stesso;
ne seguirà, come la notte al giorno,
che non sarai sleale con nessuno.

Questo concetto mi viene spesso ripetuto anche in famiglia e, in effetti, è molto importante cercare di essere sempre coerenti e non farsi influenzare da nessuno, provando a ragionare con la propria
testa e mantenendo un atteggiamento sincero e leale.
Non è giusto adeguarsi agli altri, pur di farsi accettare in un gruppo. Bisogna, invece, trovare il coraggio di esprimere le proprie idee e le proprie convinzioni anche se in contrasto con la maggioranza.
Soprattutto i miei genitori sostengono l’importanza di questo concetto perché, se sarò capace di agire e comportarmi secondo i miei principi, non mi dovrò rimproverare per le mie scelte.
Il monologo presenta comunque molti altri consigli validi e attuali ancora oggi e questo è uno dei motivi per cui capisco quanto sia giusto che noi ragazzi leggiamo almeno alcuni classici.
Queste letture infatti possono offrici degli insegnamenti e aprirci la mente, facendoci riflettere su concetti importanti della vita. (Gi.Br., 2aM)

  

Proteste in Romania

Fotografia tratta da Bresciaoggi
Alcuni nostri alunni seguono i fatti del mondo. Un gruppo di loro, viene da altre parti d'Europa e sente ancora viva l'appartenenza con la terra di origine. Come nel caso di I.P. che, proprio in questi giorni, si è sentita in dovere di raccontarci i recenti fatti accaduti nella sua terra (Romania), La sua non è solo un'esposizione di quanto è avvenuto a Bucarest e dintorni. I.P. si spinge oltre ed espone il suo punto di vista e il suo invito finale vale per tutti coloro che amano la democrazia partecipativa.

Alla fine del 2016, in Romania si sono tenute le elezioni parlamentari che hanno deciso il futuro dei prossimi 5 anni del Paese. Ha vinto il Partito Sociale Democratico (PSD) con un risultato del 48%. Questo Partito è l' erede legittimo dell' ex regime comunista che ha governato per 45 anni, portando il PAESE al disastro. Insieme ai liberali dell'ALDE, i socialdemocratici hanno una solida maggioranza in Parlamento (circa 60%) tanto che non ha grossi problemi nell'approvare leggi. L' opposizione, divisa in più partiti, ha avuto un risultato deludente. Fin qua tutto può sembrare normale.
Analizziamo la situazione più in profondità. Quando il PSD ha introdotto una legge che scagionava quasi tutti i corrotti del Paese, la gente è uscita in strada. Caso strano, visto che alle ultime elezioni c'è stato un alto astensionismo. Cosa chiedeva la piazza? Chiedeva l' abrogazione di questa legge ingiusta ed elezioni anticipate. Le ultime elezioni sono state a dicembre del 2016. Ora siamo all'inizio febbraio del 2017. Non è che si possono organizzare elezioni ogni 2 mesi. Dove era la piazza quando sono state le elezioni? Come è stato possibile che un partito, che si sapeva chi fosse, sia riuscito ad ottenere il 48% ? Il 48% è una percentuale che ci avvicina a quello di regimi non proprio democratici.
Rispondo io. O la gente si fidava ciecamente di queste persone, o a votare sono andati solo quelli che hanno preferito i neocomunisti. La seconda ipotesi mi convince di più, vista la presenza alle votazioni del 35% della popolazione.
Allora mi viene il dubbio che chi, oggi, è in piazza,  non sia andato a votare o per indifferenza o per ignoranza o chissà per quale altro motivo.
La mia domanda è: non era sarebbe stato meglio, prima, andare a votare che, ora, uscire in strada ogni qualvolta il governo proporrà qualche legge non gradita alla popolazione? Sono quasi convinta che questo non è un caso isolato e che le sorprese non mancheranno.

Pensate gente, pensate e attivatevi, però al momento giusto, quando il vostro parere può veramente contare, ovvero votando. (I.P., 2aM)

domenica 12 febbraio 2017

Riflettendo su "Popolari" ("Presa Diretta", Rai 3)

Lunedì 6 febbraio 2017, con la mia famiglia, ho guardato un programma giornalistico molto interessante dal titolo Presa Diretta. La puntata era dedicata ai “Popolari”, un’inchiesta sui giovani ed il loro rapporto con internet.
Partendo dai nuovi miti emersi proprio dal web come Rovazzi e i Mates,  l’indagine mirava a capire come i ragazzi vivano e gestiscano il loro rapporto con la rete.
Sono rimasto colpito in particolare da tre aspetti:
·      1) Nel servizio si vedono bambini anche molto piccoli che utilizzano la rete e sono fan degli youtuber, tanto che vengono accompagnati dai loro genitori agli eventi in cui loro sono presenti. Per me questa è una cosa stranissima: come puoi a quattro/cinque anni possedere un cellulare e “navigare in rete”?
·     2) La sofferenza dei ragazzi della mia età (12/14 anni) che si chiudono nella propria stanza con il pc lasciando la scuola, lo sport, praticamente il mondo reale; o peggio si “feriscono” trovando ispirazione dalla rete!
·    3) Le parole degli psichiatri che lavorano da anni sui ragazzi con problemi dovuti dal loro utilizzo sbagliato della tecnologia.
 Quest’ultima parte è importantissima perché gli esperti affermano che la responsabilità non è della “rete” bensì dei genitori. “Il bambino va pensato” non dimenticato e questo è verissimo. Io, quando gioco con i miei amici, mi dimentico del tempo che passa (sono come ipnotizzato ed anche per questo i dottori ne hanno dato spiegazione) perciò ringrazio chi mi fa smettere, anche se fino ad ora non l’ho mai fatto, anzi, a volte mi infastidivo. Inoltre quando i ragazzi sono davanti ad un video perdono lo “scambio relazionale”. Questo è un concetto molto complicato che mi sono fatto spiegare ripetutamente. Quando ci relazioniamo con un'altra persona, l’espressione del suo viso ci trasmette le emozioni e la capacità di comprenderle, invece lo schermo questa capacità non ce l’ha quindi noi potremmo perdere “l’attitudine emotiva”. In effetti, se penso a ciò che accade tra noi ragazzi, spesso devo dire che questa può essere la risposta a molte nostre azioni senza senso.

Per me questo servizio è stato davvero interessante, consiglio a tutti di guardarlo più e più volte. (T.D., 3aM)

Se volete vedere l'intera trasmissione, cliccate qui

sabato 11 febbraio 2017

STORIA e SOCIETA' - Lavoro: dall'Ottocento ad oggi

Dopo avere studiato le lotte operaie dell’Ottocento ed avere compreso come venissero sfruttati i lavoratori, guardando al presente, non mi pare che la situazione sia cambiata di molto. Prima i lavoratori erano sfruttati facendo 12 o 14 ore di lavoro, poi le ore sono diminuite a 8 ma i lavoratori vengono ancora sottopagati e sfruttati. Un esempio di tutto ciò si può percepire nel ruolo che ricoprono alcune multinazionali. Vedere le multinazionali sfruttare persone nel 2017 lo trovo veramente deprimente e un passo indietro per l’umanità. Henry Ford aveva inventato nell’Ottocento la catena di montaggio, nella quale i lavoratori diventavano un ingranaggio della macchina produttiva, tutto questo oggi è ancora valido nelle fabbriche multinazionali. Credo che le condizioni di crisi economica dell’Italia non aiutino molto, perché le persone sottopagate non possono licenziarsi a causa del poco lavoro presente in Italia, quindi devono continuare a lavorare per riuscire almeno ad arrivare a fine mese. Penso che le tesi sostenute dall’economista e filosofo tedesco Karl Marx siano valide ancora oggi, perché Marx  pensava che il lavoro operaio valorizzasse le merci e che gli imprenditori usassero i mezzi di produzione per ritrarne profitti e non per il bene delle società. Secondo me se gli operai, se avessero nelle loro mani i mezzi di produzione, li userebbero per il bene della società. Mettendo a confronto la società di oggi con quella di prima, non vedo alcun miglioramento nei mezzi di produzione, io non riesco  a credere che nel 2017 accada tutto ciò e come tutto questo venga trascurato sia dalla società, sia dalle istituzioni. Secondo me quest’ultime non si interessano minimamente della condizione delle persone sfruttate. Spero che nei prossimi anni ci possa essere un miglioramento. (Fra. Sch., 3aM)