giovedì 22 novembre 2018

AMBIENTE - Un mare di plastica (prima parte)


Talvolta esistono argomenti che richiedono tempo e spazio. La nostra Marshmallow si è cimentata in un approfondimento personale sui danni provocati dalla plastica. Eccovi la prima parte del suo ampio articolo.


La nostra società è basata su ritmi di vita sempre più frenetici: il tempo a disposizione da poter  dedicare anche ai  gesti più naturali - quali procurarsi il cibo e mangiare - è sempre meno. Nelle nostre città corriamo sempre da una parte all’altra, per recarci a scuola o al lavoro; abbiamo mille impegni, il traffico è sempre più caotico e ci costringe a volte a passare ore in macchina... Insomma il problema sembra essere che le persone non hanno più tempo per nulla ed ecco che allora sono cambiate anche le nostre abitudini alimentari.
Rispetto ad una volta si mangia in fretta e non si cucina quasi più, ma al limite, spesso, per far prima si riscaldano cibi già pronti e confezionati, tutti prodotti, usa e getta, preparati in confezioni costituite quasi completamente da plastica che poi finiscono nella spazzatura che nella migliore delle ipotesi finisce in discariche, e che invece in molti altri casi, per colpa dell’uomo finiscono nell’ambiente e nei nostri mari.
Un giorno, tornando dalla spesa, ho notato che senza imballi inutili e confezioni voluminose sarebbero bastati la metà dei sacchetti.
Questa plastica non arriva solo dalle confezioni di qualsiasi cosa che compriamo , nei nostri mari, sui fondali, troviamo pneumatici abbandonati, milioni di bottiglie e oggetti di ogni genere.


I nostri oceani finiscono così per risultare soffocati dalla plastica, si stanno trasformando in vere e proprie discariche di prodotti e sostanze nocive che generano problemi enormi per specie animali e vegetali. La soluzione per salvarli deve essere rapida e globale - fine prima parte. (Marshmellow) CONTINUA

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