Archivio NOAA Marine Debris Program (foto CC tratta da Flickr) |
Ho
visto in un documentario che mostrava come, nel bel mezzo dell’oceano Pacifico,
tra le isole Hawaii e la California, esista un’area grande tre volte la Francia , costituita da
circa 80.000 tonnellate di rifiuti, per la maggior parte di materiale plastico,
portate dalle correnti dell’oceano; un ammasso di bottiglie, tappi, sacchetti, cassette, imballaggi
e plastiche di ogni tipo.
Si
calcola che ogni anno 8 milioni di tonnellate di plastica finiscano negli
oceani, uccidendo specie e organismi marini di ogni genere; i rifiuti plastici non dovrebbero mai più arrivare
in mare.
Per
fare ciò sarà fondamentale l’eliminazione di imballaggi in plastica, prodotti
monouso non effettivamente necessari attraverso innovazioni tecnologiche,
realizzazione di imballaggi riciclabili al 100%, completamente biodegradabili
ossia capaci di decomporsi in maniera naturale nell’ambiente e comunque privi
di sostanze chimiche pericolose per la salute. In questi anni, un importante
passo in tal senso lo abbiamo fatto per esempio passando dall’uso di sacchetti
in plastica a quelli costituiti da fibre naturali di origine vegetale che sono
completamente riciclabili.
Queste
plastiche, una volta riversate in mare, vengono erose fino alla formazione di
microplastiche, veri e propri killer della catena alimentare che finiscono per
essere ingerite dai pesci e quindi poi da noi quando li mangiamo. fine seconda parte. (Marshmellow) CONTINUA
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