venerdì 23 novembre 2018

AMBIENTE - Un mare di plastica (seconda parte)

Archivio NOAA Marine Debris Program (foto CC tratta da Flickr)

Ho visto in un documentario che mostrava come, nel bel mezzo dell’oceano Pacifico, tra le isole Hawaii e la California, esista un’area grande tre volte la Francia, costituita da circa 80.000 tonnellate di rifiuti, per la maggior parte di materiale plastico, portate dalle correnti dell’oceano; un ammasso di  bottiglie, tappi, sacchetti, cassette, imballaggi e plastiche di ogni tipo.
Si calcola che ogni anno 8 milioni di tonnellate di plastica finiscano negli oceani, uccidendo specie e organismi marini di ogni genere;  i rifiuti plastici non dovrebbero mai più arrivare in mare.
Per fare ciò sarà fondamentale l’eliminazione di imballaggi in plastica, prodotti monouso non effettivamente necessari attraverso innovazioni tecnologiche, realizzazione di imballaggi riciclabili al 100%, completamente biodegradabili ossia capaci di decomporsi in maniera naturale nell’ambiente e comunque privi di sostanze chimiche pericolose per la salute. In questi anni, un importante passo in tal senso lo abbiamo fatto per esempio passando dall’uso di sacchetti in plastica a quelli costituiti da fibre naturali di origine vegetale che sono completamente riciclabili.
Queste plastiche, una volta riversate in mare, vengono erose fino alla formazione di microplastiche, veri e propri killer della catena alimentare che finiscono per essere ingerite dai pesci e quindi poi da noi quando li mangiamo. fine seconda parte(Marshmellow) CONTINUA 

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