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Ero a casa di mia nonna quando iniziai a camminare e a prendere a calci un
pallone.
Finito di mangiare, mia mamma provò a farmi camminare, insomma ci provava
ma senza successo perché ero una testa dura, perciò fece fare tutto a me, da
solo, senza aiuti. Mi avvicinai a mia nonna gattonando per dirle una cosa ma
quando vidi quel pallone in corridoio tutto colorato non resistetti alla
tentazione di prenderlo a calci, mi alzai e incominciai a corrergli dietro. Da lì capì quale fosse la mia
passione: il calcio. La mia prima
partita l'ho disputata a 5 anni nel campo della Rivarolese: il Torbella.
Fu proprio su quel campo che conobbi tanti buoni amici che da quella
partita mi aiutarono, incitarono ma soprattutto mi sostennero nei momenti più
difficili. Successe proprio l'anno dopo il fatto più grave: ero in prima
elementare, uscii da scuola e appena svoltai l'angolo di casa di mia nonna
spuntò un anziano in retromarcia e mi
prese in pieno la gamba destra. Subito dopo provai ad appoggiare il
piede, ma questo continuava a cedere, come si ci fosse un buco nell'asfalto.
Visto che mio padre era passato dall'altra parte della strada, fu l'anziano
a portarmi in braccio a casa. Appena entrato in casa, mio padre, mia nonna e
mio nonno, alla vista della gamba che sembrava una curva della strada, mi
portarono subito in ospedale. Dopo tutta la discussione su cosa fosse successo,
mi misero i chiodi proprio sotto il ginocchio. Sono stato fortunato perché ebbi
degli amici che ogni giorno in ospedale mi portavano dei regali, bigliettini e,
come se non bastasse, anche degli striscioni. Ripresi a giocare a calcio l'anno
successivo con più fame, voglia e grinta di recuperare l'anno che avevo perso
per colpa dell'incidente. Due anni dopo l'incidente, è iniziata la mia
avventura con la Virtus Entella, un club professionistico la cui prima squadra
è al momento in serie C. Offre
volontariamente di un servizio di un pullman privato della società, tanto che i
miei genitori mi accompagnano fino a
Sampierdarena e poi il pullman mi porta a Chiavari. Quando non ho tempo di
studiare a casa, studio in pullman, con un po' più di difficoltà rispetto a
casa però riesco lo stesso ad organizzarmi. Mi alleno tre volte alla settimana:
Martedì,Mercoledì e Venerdì, più Sabato che c'è il campionato e Domenica,
quando andiamo sempre in trasferta per
tutta l'Italia e ultimamente siamo stati a Roma a svolgere un torneo ed è stata
una bellissima esperienza. L'abbigliamento lo offre la società. Dal mio primo
allenamento con l'Entella, avevo già capito che si trattava di quasi un altro
sport, il ritmo di gioco era più alto, i passaggi molto più rapidi e nella
doccia non ci si può stare più di 5 minuti. Appena tornavo a casa mi sentivo
stanchissimo, non riuscivo a mangiare e volevo andare subito a dormire, ma poi,
piano piano, mi ci sono abituato quindi tornavo a casa meno stanco. Mi si è
aperto proprio un mondo diverso: quando ero alla Rivarolese pensavo che avrei
potuto giocare solo nelle squadre di bassa categoria, ma ora è cambiato tutto e,
se continuo a credere nei miei sogni, potrò diventare un calciatore
professionista. Spero di continuare per la mia strada e non mollare mai. (giovane calciatore)
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