L.Z. (3aM) ha inventato una pagina di diario scritta da un operaio nel 1890, dopo una dura giornata di lavoro. Inutile aggiungere che non mancano spunti di riflessione anche per il presente.
Londra 15/04/1890
Caro diario, anche oggi è stata
una giornata di routine, faticosa e molto stressante.
Stamattina, quando mi sono
svegliato, il tempo era orribile, diluviava, nelle strade c'era un traffico
intenso, sui marciapiedi non c'era nessuno. Mi sono vestito e sono uscito con
l'ombrello per incamminarmi verso la fabbrica di automobili a Londra.
Nei giorni di pioggia odio andare
a lavorare, le strade sono piene di pozzanghere e le scarpe che indosso sono
tutte bucate. Arrivo in fabbrica, saluto il mio superiore e vado in quegli
sporchissimi spogliatoi. Nessuno li pulisce, l'altra volta ho visto un ragno
sul mio armadietto.
Ad un certo punto mi raggiunge
Thomas, il mio collega, ci vestiamo ed entriamo in fabbrica. Il mio compito è
di separare le lamiere "fatte bene" da quelle "fatte male".
Ho certi tempi da rispettare. Dopo 4 ore di intenso lavoro, arriva finalmente
la tanto attesa pausa pranzo; non abbiamo molto tempo, circa 10 minuti per
mangiare. Oggi avevo un panino con un po' di prosciutto e insalata che ho comprato il giorno prima al mercato.
Per me è un tesoro: costa tantissimo e non sempre me lo posso permettere, certe
volte non ho neanche i soldi per comprare l'acqua.
Passano 10 minuti e si riparte
per altre 8 ore di intenso lavoro ripetendo le stesse azioni centinaia di
volte.
Finisco il turno alle 20, mi
cambio, saluto tutti i miei colleghi e torno a casa. Per fortuna non pioveva,
il tempo era bellissimo, non c'erano nuvole, il tramonto era stupendo.
Tornato a casa esausto, mi metto
sul letto e inizio a scrivere.
Nono capisco perché noi operai
dobbiamo essere sfruttati; insomma, siamo tutti uguali, forse siamo più
importanti anche dei manager, perché siamo noi che ci svegliamo al mattino
presto, siamo noi che andiamo in fabbrica e lavoriamo e siamo noi quelli che
fanno le "macchine”. Siamo sfruttati, oggi sono stato rimproverato dal
manager perché non mi ho visto una lamiera deformata, una deformazione minima,
mi ha tenuto nel suo ufficio per ben 2 ore! Avrei voluto... eh... lasciamo
perdere. Mi ha minacciato di licenziarmi, in quel momento me ne sarei voluto
andare via, ma ho mantenuto la pazienza.
Quanto desidero vedere i miei
capi lavorare con me: io fatico mentre loro stanno al caldo, fanno qualche
sorriso, dicono bugie per convincerci a lavorare. Noi veniamo pagati poco e
niente e loro invece sono ricchi.
Spero che un giorno non ci sarà
più lo sfruttamento, perché siamo noi operai che meritiamo di essere pagati
molto.
[L.Z., 3aM]
[L.Z., 3aM]
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