Foto tratta da CNN |
Foto di Non mi sono sentita di scrivere riguardo ai fatti
accaduti a Parigi fino ad ora. Forse perché temevo di cadere nella banalità, o,
forse, perché so che il mio pensiero è quello di tutti... e che non ci sono
parole che lo possano descrivere fino in fondo.
Poi mi sono tornate alla mente le parole che ho
sentito qualche tempo fa in televisione:"Una penna, un libro, un bambino,
un maestro possono cambiare il mondo". Parole meravigliose pronunciate da
Malala, la prima ragazza premio Nobel per la pace a soli 18 anni. Con i suoi
discorsi Malala rivendicava il suo diritto all'istruzione, il suo e quello di
tante ragazze costrette all'ignoranza da un regime sbagliato. Malala è stata
quasi uccisa dagli estremisti per essersi ribellata, ma non si è mai arresa.
Ora vive protetta a Londra e continua a lottare per i diritti di tutti. Una
penna può salvare il mondo...
La mamma mi ha parlato di un libro di Oriana
Fallaci, che mi piacerebbe tanto leggere, anche se lei dice che, forse, è
ancora presto. Il libro si intitola La
rabbia e l'orgoglio ed è stato scritto dall'autrice subito dopo l'attentato
alle Torri Gemelle di New York nel 2001. Anche in quell'occasione i terroristi
decisero di far sentire la loro voce in una maniera disumana. Il libro narra le
impressioni di Oriana, le sue riflessioni e la sua rabbia per quanto accaduto.
Oriana dice :"Vi sono momenti nella vita in cui tacere diventa una colpa e
parlare diventa un obbligo, un dovere civile, una sfida morale, un imperativo
categorico al quale non ci si può sottrarre."
Ne ho parlato con la mamma e penso che sia vero.
Noi che possiamo esprimere il nostro pensiero e
siamo in grado di farlo, perché abbiamo avuto la fortuna di andare a scuola,
abbiamo il dovere, oltre che il diritto, di far sentire la nostra voce. Penso
che, forse, la mia voce, per quanto fievole sia, insieme a tante altre, possa
formare un'unica grande voce che dica NO al terrorismo, NO alla guerra, NO a
chi considera le persone alla stregua degli animali, non conosce il valore
della vita, uccide in nome di un Dio che,
secondo me, dall'alto, tenta di aprirgli gli occhi, ma non ci riesce
perché sono pieni di odio e accecati dalla sete di vendetta.
E, invece, SÌ alla convivenza pacifica, al confronto, al rispetto reciproco, in ogni
parte del mondo.
La guerra porta alla guerra. Chi risponde con le
armi alle armi si mette sullo stesso piano di chi ha cominciato, e la storia è
senza fine. Dovremmo imitare, e non solo ammirare, uomini come Gandhi e Mandela
che hanno combattuto senza violenza, solo col potere della parola e della
mente.
Facciamo sentire le nostre voci.
Non dimentichiamo quello che è accaduto, anche se
il tempo aiuta a dimenticare. Perché ciò che è successo è orribile e al di là
di ogni pensiero umano. (S.L., 1aM)
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