Nella foresta del Fuoco Ghiacciato, regnava una pace insolita. Si sentiva il fruscio delle foglie che, spinte dal vento, andavano a ritmo con il soave cinguettio degli uccelli festosi. Era primavera, per cui molti scoiattoli gironzolavano quietamente.
“Guarda!”
disse Gaia, la mia migliore amica.“Entriamo
in quel paese lì! continuò, indicando un cartello che precedeva una grande
piazza. Ci precipitammo e notammo solo una strana casetta tutta colorata.
Bussammo e una voce argentina disse, da
dietro alla porta: “Chi è ? Abbiamo già acquistato il giornale !”. Ridemmo per
qualche secondo e , poi , dissi :” Buongiorno, siamo turiste, vorremmo…”. Mentre
parlavo, la porta si aprì e non potemmo credere ai nostri occhi: davanti a noi
c’era un elfo dal cappello arancione, come il suo abito. “Entrate pure, io sono
Lavinia”. Facemmo come disse. Poi continuò: “ Ma come vi chiamate, straniere ?”
, guardandoci maliziosamente. “Io sono Anna, mentre lei è Gaia” dissi, ma mi fermai perché,
quando pronunciai il nome “Gaia”, dai suoi occhi trasparve un senso di terrore.
“ Mio marito sa cosa fare con voi, spie della grande maga!” disse, poco prima
di urlare :” Bufus! Bufus! Spie! Spie!”. Volendo calmarla, Gaia disse:“ Siamo
turiste, ma chi è questa maga?É pericolosa? Perché ne avete così paura?”. Forse notò qualcosa in noi e disse :“ Lei
tormenta questo paese perché le piace fare la cattiva, soprattutto adora
causare discordia e in questa piccola
città c’era riuscita ma, grazie alla mia
magia, siamo salvi!”. Subito arrivò il suo coniuge dall’abito e dal cappello
viola, dicendo: “Noi siamo troppo piccoli per sconfiggerla, ma voi siete grandi
e grosse, ce la potete fare! Vi prego!”. Allora rispondemmo che ci avremmo pensato.
Facemmo
una passeggiata lungo la città : notammo che tutte le case erano grigie e
brutte alla vista. Arrivati in una piazza in periferia, notammo una signora con
gli occhiali fucsia e i capelli color castano chiaro, raccolti in una coda di
cavallo. Sembrava bella, ma nei suoi occhi si celava uno sguardo cattivo come
il suo cuore. Chiacchierammo per un po’ di tempo su cose vane, poi ci disse:
“Facciamo qualche magia!”. Allora iniziammo a trasformare degli oggetti, come
panchine, in abiti e costumi, o in macchine. Piano piano ci avvicinammo verso
la casa degli elfi Bufus e Lavinia. Tutto ad un tratto, la Strega Gaia , ma noi non sapevamo lo fosse, sfondò la porta di quella casetta
colorata e rapì Bufus, scomparendo come per magia.
“Cosa
avete fatto? Giocavate con la
Strega !”disse Lavinia un po’ arrabbiata e altrettanto
preoccupata “Ci conviene andarlo a trovare!”. Ci incamminammo verso la foresta, ma un fortissimo vento ci venne addosso; allora la mia amica Gaia aprì
lo scudo e riuscimmo ad attraversarla. Animali pericolosi ci vennero dietro,
alberi animati che lanciavano rovi infuocati
e molte altre prove ci vennero
poste, ma usando le nostre forze riuscimmo ad arrivare al castello fantasma.
Inizialmente non lo vedemmo, ma usando la magia di Lavinia riuscimmo a
scorgerlo.
Lei
era lì e l’affrontammo: a colpi di bacchetta magica e cappelli fatati la
sconfiggemmo, facendola diventare buona; l’amicizia fu l’arma più forte che
usammo. Tutto si concluse bene: Bufus fu salvo e la strega divenne solo
un’altra Gaia. (A.C. - 1a E)
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