venerdì 2 dicembre 2011

RACCONTAMI: Una giornata speciale

















La sveglia suona: sono le sette di mattina, i raggi del sole penetrano timidamente dalla finestra della mia camera e, passando attraverso la tenda, illuminando fiocamente la stanza,si posano sul mio corpo addormentato.
Poco dopo sono in piedi, in bagno, ancora assonnato, a sciacquarmi la faccia e, immerso nel mio pessimismo da lunedì mattina, non riesco ad immaginare qualcosa di diverso rispetto alla solita, noiosissima ed interminabile giornata di scuola, ma ancora non so che cosa mi aspetti.
Non è passato molto tempo da quando ero tranquillo e beato, a sonnecchiare sul mio letto e, sinceramente,vorrei tornarci: è questo a cui penso mentre sgranocchio il mio quotidiano croissant alla crema affogato nel latte caldo.
Finita la colazione, mi preparo ed esco, accompagnato dal fastidioso cigolio della porta, diretto verso la scuola. Arrivato alla fermata dell'autobus, dopo cinque piani e tanta fatica, mi accorgo di non avere il biglietto e, date le precedenti esperienze, prevedo già di incontrare il controllore, quindi decido tristemente di andare a piedi; ma, proprio quando mi incammino, trovo per terra un biglietto nuovo, lì, abbandonato. Lo afferro e, entusiasta della cosa, salgo su un autobus di passaggio. Sono di fronte all'obliteratrice,l a fisso intensamente, poi estraggo il biglietto come lo spadaccino fa con la sua spada e lo timbro; lo timbro come se fossi l'unico, a questo mondo, a possederlo e ad avere il privilegio di obliterarlo.
Ma, preso dalle mie fantasticherie, non mi accorgo di aver già superato la scuola, e di cinque fermate. Preso dal panico, corro dall'autista e lo incito, anche se invano, a fermarsi, ma lui non mi degna di attenzione e continua la sua corsa. Provo ad interrogarlo di nuovo, ma l'unica sua reazione è quella di indicarmi il cartello “Non parlare al conducente”.
Con ansia, aspetto la successiva fermata per scendere.
Una volta sceso dal mezzo, inizio una corsa sfrenata contro il tempo,dato il mio pericoloso ritardo; "pericoloso” davvero, infatti a scuola mi avevano detto che, se fossi arrivato in ritardo un’altra volta, mi avrebbero sospeso.
Manca poco, vedo la scuola e, stranamente, ne sono felice. Con il cuore in gola arrivo davanti all' edificio; se avessi corso ancora un po' mi sarebbe venuto un infarto. Eccomi qui, pronto a subire l'ira dell'insegnante ma, con grande sorpresa, noto un foglio attaccato con lo scotch alla porta della scuola:”Oggi sciopero”.
Sono felice ed arrabbiato nello stesso tempo.
Torno a casa con il sorriso sulle labbra, apro la porta ed il suo fastidioso cigolio mi sembra quasi una melodia.
«Bau,bau!» sento: è Macchia, la mia meravigliosa cagnolina, che mi aspetta scodinzolando. La accarezzo e, con aria stanca ma compiaciuta, mi tuffo nel letto, pronto per un dolce sonno.
Apro gli occhi,svegliato da un estasiante profumo di lasagne al forno, il mio piatto preferito da sempre; non ci credo ma, una volta giunto in cucina, sono lì, sotto i miei occhi, belle e fumanti. Me le stavo già divorando con lo sguardo e non solo,visto che, cinque minuti dopo, erano a riposare nel mio stomaco.
Riposato ed appagato dall'abbuffata di lasagne, sento squillare il cellulare: chi è? Anna,la ragazza più carina della scuola che, fino ad allora, non mi aveva considerato. Subito penso che, sicuramente, abbia sbagliato numero; rispondo, lei mi chiede di uscire. Io le domando se sia uno scherzo, ma lei mi dice di no,io glielo chiedo di nuovo, ma alla fine mi convinco e vado.
Siamo solo lei ed io, per sei ore, sei meravigliose ore in cui staremo insieme.
Apro la porta, per la seconda volta oggi; con Anna mi sono divertito moltissimo, siamo andati dappertutto, poi abbiamo mangiato e ci è scappato anche un bacino.
Alla fine siamo tornati a casa, non correndo, ma lentamente, godendoci ogni attimo.
Ora è sera e vado a dormire con la più bella giornata della mia vita alle spalle. (F.M. – 3aE)

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