Quando eravamo a circa metà del viaggio le nostre navi si imbatterono in una terribile tempesta. Gli indovini mi avevano promesso un viaggio sereno e la gloria futura. Invece il cielo era coperto da nuvole nere, fulmini e grandine a volontà. L’equipaggio era preoccupato, ammalato e stanco. Metà degli uomini era nella stiva per riposare e cercare di guarire, ma con i topi non fu facile… Non rimpiango certo quei giorni, anche se ero capitano…
La caracca era danneggiata: molte corde si erano slegate, gli alberi erano in balia del vento e il legno era messo a dura prova con uno sforzo così elevato.
Solo io riuscivo a manovrare il timone in una tempesta così devastante. Cercavo un punto in cui uscire da quel temporale, ma esso copriva tutto il cielo. Credevamo che sarebbe durato per giorni. Invece quell’incubo si dileguò dopo circa due ore soltanto. A quel punto il Sole splendeva in cielo e rischiarava i lavori di riparazione della nave. Sentii gridare: Terra, terra! Infatti all’orizzonte scoprii una sottile linea verde.
Eravamo finalmente arrivati nelle Indie!
O forse no?! ( Liberamente rielaborato da R.R. II E)
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