sabato 1 dicembre 2018

SPECIALE PONTE MORANDI - Una città divisa in due

Foto tratta dalla pagina Facebook del gruppo Quelli del Ponte Morandi

Della tragedia del Ponte Morandi se ne è già discusso in molti modi (giornali, tv, radio, Internet...) e se ne parlerà ancora chissà per quanti anni. Sono consapevole della tragedia che ha colpito le vittime, i loro familiari e amici, gli sfollati e il commercio. Vorrei anche provare ad illustrare come sia cambiata la vita per i cittadini che non sono stati colpiti direttamente da questo fatto.
Tutti coloro che dalla Valpolcevera si spostano verso il centro hanno dovuto cambiare le proprie abitudini. Infatti per un certo periodo per spostarsi si doveva usare solo la metropolitana, essendo chiuse tutte le strade e la ferrovia. Le persone, pertanto, erano costrette a uscire di casa molto prima rispetto al solito perché c’era molta folla che utilizzava la metropolitana e si formava una vera e propria coda di persone.
Oggi sono state riaperte due strade (corso Perrone e Via 30 Giugno) che passano sotto i resti del ponte ma, invece di aiutare la viabilità, continuano a formarsi ulteriori ingorghi.
La mia vita è cambiata da quel giorno. Ho provato dolore per le vittime e ho compreso che sarei potuto essere anche io una di loro, perché spesso passavo sul ponte o sotto di esso.
Ho la sensazione che la città si sia divisa a metà. Per me, che abito al di là del ponte, mi sembra di non essere più cittadino genovese. Il centro di Genova mi sembra sia diventato un posto quasi irraggiungibile perché, a causa della difficoltà che abbiamo negli spostamenti, spesso non si riesce ad arrivare alla nostra meta nei tempi che avevamo programmato.
Parlando con persone che abitano in altri quartieri di Genova mi sono reso conto che loro non hanno idea delle difficoltà che stiamo subendo e della catastrofe che è stata.
So che i nostri disagi sono passeggeri mentre per molti la vita è cambiata per sempre.
(Lego)

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