sabato 21 novembre 2015

SPECIALE PARIGI 13.11.15 - Dalla cronaca alla riflessione

Copyright The Roosevelts
Venerdì 13 novembre 2015: l'organizzazione terroristica più pericolosa del pianeta (ISIS) ha commesso un attentato terroristico presso Parigi, provocando la morte di 129 persone e di 352 feriti. L'attacco è iniziato alle ore 21:16 del 13 novembre e si è concluso alle ore 00:58 del giorno successivo.
Anche se sembra che l'attentato si sia svolto per cattiveria e facendo pensare agli europei che l'ISIS  è cattivo, in realtà, è prova che l'uomo nasconde molte”facce” di cui noi esseri umani non ce ne rendiamo conto.
Non oso immaginare ora, che cosa provino i parenti delle vittime dopo che hanno saputo che i propri familiari sono stati uccisi perché andati ad un concerto rock o perché sono usciti per rilassarsi andando nei vari locali. Uccisi da un piccolo gruppo terroristico composto da otto persone che, dopo aver ucciso molti civili, si sono fatti saltare in aria.
Se in quel momento fossi stato a Parigi e fossi stato coinvolto, non so cosa avrei fatto, perché quando ti ritrovi davanti a una persona che ti punta una pistola e che può decidere la tua vita, l'istinto di sopravvivenza ti paralizza.
L'attacco, non è stato solo colpa dell'ISIS, ma, secondo me, anche di alcuni Stati occidentali perché vendono le armi al sedicente "Stato Islamico" in cambio di risorse.
L'ISIS ha lo scopo di conquistare il mondo attraverso il terrore e servendosi, in maniera interessata e sbagliata, della religione islamica.
Ha in mano una delle risorse più importanti del pianeta: il petrolio. Ciò, gli consente di acquistare armi e organizzare attentati come quello a Parigi.
Non mi è piaciuto il fatto che alcuni giornali abbiano usato titoli inappropriati, perché non sono per niente rispettosi nei confronti della comunità islamica.
Il sedicente Stato Islamico ci vuole riportare al Medioevo quando la religione aveva un potere soprattutto politico.

Difficile è capire la mentalità del sedicente Stato Islamico dell'Isis, ma spero che lo si possa fermare ed estinguere al più presto. Non dobbiamo e non possiamo vivere nella paura.  (L.Z., 2aM)

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